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Come si diventa Reporter Professionista

Il REPORTER fondamentalmente è un giornalista che si occupa del GIORNALISMO D’INCHIESTA che è qualcosa di diverso dal normale giornalismo d’informazione, in quanto, presuppone un lavoro di ricerca della “NOTIZIA” con un approfondimento ben superiore a quello necessario nel trattare qualsiasi altra notizia o evento di cronaca.

Chi svolge l’attività di REPORTER, prima di tutto è un GIORNALISTA a tutti gli effetti, ma il REPORTER, nello specifico svolge l’attività di scrivere articoli che sono principalmente inchieste o reportage ed editoriali per testate giornalistiche quotidiane o periodiche, agenzie di stampa su carta stampata o per emittenti radiofoniche e televisive. Negli ultimi anni la professione del GIORNALISTA/REPORTER ha visto ampliare notevolmente i propri orizzonti grazie soprattutto all’avvento delle nuove tecnologie e la sempre più diffusa conoscenza delle lingue.

 
Il REPORTER quindi, lavora all’interno di un’azienda editoriale e l’interlocutore naturale del giornalista è il CAPOREDATTORE o REDATTORE prima ancora del DIRETTORE del giornale.

Il REPORTER fondamentalmente è un giornalista che si occupa del GIORNALISMO D’INCHIESTA che è qualcosa di diverso dal normale giornalismo d’informazione, in quanto, presuppone un lavoro di ricerca della “NOTIZIA” con un approfondimento ben superiore a quello necessario nel trattare qualsiasi altra notizia o evento di cronaca.

Il GIORNALISMO D’INCHIESTA non si ferma ai comunicati stampa e alle dichiarazioni ufficiali, ma scava in profondità ricercando notizie importanti per la collettività. “Il lavoro del REPORTER ORDINARIO è informare che un determinato fatto è accaduto, la sfida del REPORTER INVESTIGATIVO invece, è quella di scoprire PERCHÉ il fatto è accaduto”. Il referente del GIORNALISTA D’INCHIESTA è il lettore al cui servizio egli si pone, con l’unico obiettivo di fornire un’informazione approfondita, puntuale e corretta, fatta di dati oggettivi analizzati nei loro aspetti sia in termini di società che di costume. Il GIORNALISTA D’INCHIESTA non è un inquirente, ma è una sorta di surrogato delle forze di polizia giudiziaria o della magistratura. Il suo fine non è quello di contrastare o perseguire specifici comportamenti, sia pure illeciti, ma ha il compito di promuovere una presa di coscienza nell’opinione pubblica.

IL GIORNALISMO D’INCHIESTA DALLE ORIGINI AD OGGI
Il GIORNALISMO D’INCHIESTA esplose negli Stati Uniti d’America nel primo decennio del ‘900 quando REPORTER armati di penna e taccuino svelarono gli intrighi di affaristi e politici corrotti. L’allora Presidente americano Roosevelt lì definì “muckrakers” perché scavavano nel letame: loro trasformarono l’epiteto in un appellativo prestigioso, grazie alle inchieste che svolsero, dall’atto di accusa di Ida Tarbell contro il monopolio di Rockeffeller alla denuncia delle allarmanti condizioni in un macello di Chicago; le loro inchieste mostravano che dietro ogni criminale c’era un lavoratore sfruttato o un cittadino defraudato. La spinta investigativa dei REPORTER riemerse in maniera massiccia solo negli anni della contestazione giovanile. La relazione tra giornalisti e potere si era fatta sempre più conflittuale e la teoria della responsabilità sociale della stampa indicava alla professione un obiettivo più nobile del mero profitto: informare i cittadini per promuovere il bene pubblico.

 Oggi però il GIORNALISMO D’INCHIESTA è stato più volte proclamato morto, ucciso dalla pigrizia e dalla mancanza di coraggio dei giornalisti dei nostri tempi. Inoltre dietro la scelta di “abbandonare” il giornalismo d’inchiesta si celano altri due progetti: UNO EDITORIALE e L’ALTRO POLITICO.

- Il PROGETTO EDITORIALE mira a eliminare i costi superflui, di cui tale tipo di giornalismo ne è un esempio, inoltre attirano molte ire giudiziarie, quindi altri costi. In termini di vendita dei giornali e di audience, invece, altri generi di notizie rendono abbastanza di per sé come ad esempio gli scandali legati a personaggi famosi o politici.
- Per quanto riguarda il PROGETTO POLITICO invece, i grandi gruppi editoriali in Italia sono nelle mani di grandi gruppi economici e il GIORNALISMO D’INCHIESTA è sempre visto come alternativo al potere. Oggi, difatti, le poche inchieste che si fanno mirano a colpire l’avversario politico, più che a informare il lettore.

LA TECNICA DELL’INSIDE STORY
Dopo aver fatto un breve excursus storico del GIORNLISMO D’INCHIESTA e del suo posizionamento nel nostro paese, vediamo nel dettaglio il lavoro e la tecnica del GIORNALISMO D’INCHIESTA. Il REPORTER o GIORNALISTA D’INCHIESTA segue un percorso fatto di ricerca e verifica di dati e informazioni riguardanti un evento ben specifico. Spesso però succede che nel raccontare realtà scomode, questo percorso è ostacolato da varie difficoltà che non gli permettono di accedere alle fonti sia istituzionali che non; perciò il REPORTER ha dovuto trovare altre vie per svolgere il proprio lavoro aggirando l’ostacolo. Una soluzione a tal problema è stata l’attuazione della tecnica giornalistica dell’INSIDE STORY, per la quale il REPORTER assume un’identità fittizia vestendo i panni di altri protagonisti per accedere direttamente nella realtà che vuole indagare. Molti grandi nomi hanno adottato questa tecnica, quindi, questa è una delle poche forme giornalistiche in cui sopravvive il GIORNALISMO D’INCHIESTA, più volte accusato di essere scomparso del tutto dallo scenario giornalistico. Possiamo perciò affermare che il GIORNALISMO D’INCHIESTA non è scomparso, perché sopravvive nelle inchieste coraggiose di noti giornalisti italiani come Michele Gambino, Fabrizio Gatti, Sandro Provisionato, Milena Gabanelli, che non aspettano che le notizie arrivino nelle loro scrivanie.


Il GRIONALISTA D’INCHIESTA non si accontenta degli eventi trattati dalle agenzie di stampa, ma va lui stesso alla ricerca dei fatti da trattare. Il GIORNALISTA D’INCHIESTA spesso crea la notizia, ciò presuppone un ruolo attivo e una capacità di anticipare gli eventi attraverso la conoscenza approfondita della materia, oggetto del suo specifico interesse, che può essere acquisita anche sul campo nel corso dell’inchiesta. Il GIORNALISTA D’INCHIESTA si serve del mezzo editoriale per far giungere all’opinione pubblica un prodotto che a volte è approfondito solo in maniera troppo parziale.

PROFILE DI UN REPORTER
Un buon REPORTER, innanzitutto deve possedere una spiccata curiosità per tutto e tutti, deve chiedersi il perché di ogni cosa, deve avere sempre una visione d’insieme degli argomenti e non deve avere pregiudizi o preconcetti, deve avere una mente analitica e deve essere sempre pronto a rischiare. Il REPORTER ama parlare di argomenti scottanti e allo stesso tempo allettanti in maniera diretta, è breve e conciso nell’esposizione, utilizza un linguaggio semplice e mantiene sempre uno stile impeccabile.