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Opportunità di Lavoro in Europa per il settore del Turismo

Il Trattato di Lisbona, entrato in vigore il 1 dicembre 2009, ha attribuito all’Unione europea una competenza specifica in materia di turismo. In base all’articolo 6 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, il turismo rientra tra le materie nelle quali l’Unione ha competenza per svolgere azioni intese a sostenere, coordinare o completare l’azione degli Stati membri. L’articolo 195 del medesimo Trattato affida all’Unione il compito di completare l’azione degli Stati membri nel settore del turismo, in particolare promuovendo la competitività delle imprese; più precisamente, l’azione dell’Unione è intesa a incoraggiare la creazione di un ambiente propizio allo sviluppo delle imprese e a favorire la cooperazione tra Stati membri, in particolare attraverso lo scambio delle buone pratiche. Al fine di realizzare questi obiettivi, le istituzioni europee deliberano secondo la procedura legislativa ordinaria, ovvero con decisione a maggioranza qualificata, stabilendo le misure specifiche destinate a completare le azioni svolte negli Stati membri, ad esclusione di qualsiasi armonizzazione delle disposizioni legislative e regolamentari nazionali.

Ineffetti, il turismo è un settore chiave dell’economia europea, che comprende un insieme molto variegato di attività e di aree geografiche e coinvolge soggetti ed operatori sia pubblici che privati; l’esercizio delle competenze in materia è fortemente decentrato, con un ruolo di primo piano delle autorità regionali e locali. L’Unione europea è il più importante mercato turistico del mondo, sia come fonte di turisti che come destinazione: nel 2008 il numero di viaggi effettuati dai cittadini europei ha superato il miliardo, mentre con 380 milioni di arrivi di turisti internazionali, pari al 42% degli arrivi a livello mondiale, l’Europa è la principale regione turistica mondiale.

Il turismo rappresenta la terza attività economica più rilevante d’Europa, in termini di volume d’affari e di numero di addetti; esso genera il 5% del PIL totale, con quasi 2 milioni di imprese che danno impiego approssimativamente al 5,2% della forza lavoro totale (approssimativamente 9,7 milioni di posti di lavoro), percentuali che si innalzano a circa il 10% del PIL dell’Unione europea e il 12% della forza lavoro, se si considerano i settori correlati. Il turismo è importante anche per l’offerta di opportunità lavorative per i giovani, che in questo settore costituiscono il doppio della forza lavoro rispetto agli altri settori dell’economia. Negli ultimi anni, inoltre, la crescita occupazionale nel turismo è stata notevolmente superiore rispetto a quella di altri settori, mentre la contrazione dei consumi connessa alla crisi economica attuale ha colpito il turismo in misura inferiore rispetto agli altri comparti; la riduzione del numero di turisti internazionali in arrivo in Europa è stata infatti controbilanciata dall’aumento dei viaggi dei cittadini dell’Unione all’interno dei confini nazionali ed europei.

Per tutti questi motivi, dall’Unione europea giunge oggi un forte impulso ad una nuova politica del turismo. L’obiettivo è quello di accrescere la visibilità dell’Europa quale destinazione turistica e di promuovere la competitività dell’industria di settore unitamente ad un modello di turismo sostenibile e socialmente responsabile, secondo quanto affermato dai Ministri del Turismo dei 27 Stati membri dell’Unione europea con la Dichiarazione di Madrid del 15 aprile 2010. Negli ultimi anni, il turismo ha conosciuto significative trasformazioni a causa della globalizzazione dell’economia, dello sviluppo nel mercato europeo di compagnie aeree low-cost, della rivoluzione tecnologica connessa ad internet e della crescente importanza dell’organizzazione individuale dei viaggi, con una forte riduzione del ruolo dell’intermediazione nell’attività turistica. Secondo quanto osservato nella Dichiarazione, l’industria europea del turismo si trova oggi ad affrontare la sfida di mantenere e rafforzare la propria posizione in un contesto sempre più competitivo, caratterizzato dall’emergere di mercati molto forti sia come concorrenti sia come fonte di nuovi visitatori. In un contesto di questo tipo, il mantenimento di competitività del turismo europeo richiede una strategia basata sull’eccellenza, sostenuta dalla creazione di reti di esperti e di destinazioni, in modo da facilitare la creazione, condivisione e diffusione di conoscenza, innovazione, ricerca e sviluppo tecnologico.

L’industria turistica europea è costituita essenzialmente da piccole e medie imprese, che richiedono misure ed azioni per il miglioramento dei risultati economici e per il rafforzamento della competitività del settore; al tempo stesso, però, appare indispensabile potenziare il contributo del turismo allo sviluppo sostenibile, facilitando la creazione di posti di lavoro e di ricchezza, ma anche la partecipazione attiva delle imprese e degli attori economici e sociali e la cooperazione tra Stati membri. Più precisamente, la sostenibilità del turismo europeo si articola in “cinque pilastri”, ovvero sostenibilità economica, sociale, territoriale, ambientale e culturale; valorizzando ciascuna di queste dimensioni, il turismo potrà utilmente contribuire alla nuova strategia economica “Europa 2020”, varata dalla Commissione il 3 marzo 2010 allo scopo di realizzare nell’Unione europea una crescita intelligente (promuovendo la conoscenza, l’innovazione, l’istruzione e la società digitale), sostenibile (rendendo la produzione più efficiente sotto il profilo delle risorse e rilanciando contemporaneamente la competitività) ed inclusiva (incentivando la partecipazione al mercato del lavoro, l’acquisizione di competenze e la lotta alla povertà).

Sulla base delle indicazioni del Consiglio informale dei Ministri del Turismo, la Commissione europea in autunno presenterà una Comunicazione per l’avvio delle nuove azioni di dimensione europea a sostegno del settore. Le quattro direttrici fondamentali di tali azioni sono state illustrate da Antonio Tajani, Vicepresidente della Commissione europea, responsabile della DG Imprese e industria, nel discorso di apertura alla Conferenza europea degli stakeholders del Turismo, svoltasi a Madrid il 15 e 16 aprile u.s. Secondo il Commissario europeo, l’obiettivo principale della politica del turismo sarà il rafforzamento della competitività sostenibile dell’industria europea del turismo e la promozione della sua crescita sostenibile nell’Unione, con le seguenti linee di intervento: stimolo alla competitività e all’innovazione dell’industria del turismo dell’Unione europea; promozione di un turismo sostenibile e responsabile nell’Unione europea e nei Paesi emergenti e in via di sviluppo; rafforzamento dell’immagine e della visibilità dell’Europa come insieme di destinazioni sostenibili e di qualità, presso i cittadini europei e dei Paesi terzi; integrazione del turismo nelle politiche e negli strumenti finanziari dell’Unione europea.

Per attuare queste priorità saranno presto avviate a livello europeo numerose iniziative. La Commissione intende innanzitutto rafforzare l’impiego delle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni da parte di soggetti pubblici e privati attivi nel settore turistico e, in particolare, da parte delle piccole e medie imprese, in modo da facilitare un accesso ampio ed efficace ai servizi turistici. A tale scopo, saranno promosse attività di sensibilizzazione e partenariato, favorendo un più agevole accesso al credito e una partecipazione attiva ai diversi programmi europei di ricerca ed innovazione. La Commissione propone altresì un approccio globale che contemperi la prosperità economica del settore con la coesione sociale, la tutela dell’ambiente e la promozione della cultura delle destinazioni turistiche europee; in tale ottica, essa intende sostenere e promuovere l’adozione da parte delle imprese turistiche europee delle pratiche più sostenibili e socialmente responsabili e incoraggiare comportamenti responsabili da parte dei turisti europei nei confronti dell’ambiente, della cultura e delle popolazioni locali visitate, sia in Europa che nei Paesi terzi. Infine, la Commissione propone di sviluppare, in cooperazione con gli Stati membri e con i rispettivi enti nazionali del turismo, nonché con l’industria europea, un “marchio Europa”, che consenta di rafforzare l’immagine e la percezione dell’Europa come un insieme di destinazioni turistiche sostenibili e di qualità, così valorizzando al massimo le potenzialità attrattive dell’Europa rispetto ai turisti provenienti da paesi terzi.

In Italia il settore turistico rappresenta circa l’11% del PIL nazionale. Già da alcuni anni, malgrado il nostro Paese si contraddistingua per la ricchezza delle risorse naturali e per un immenso patrimonio storico, artistico e culturale, si registra, tuttavia, una situazione di grave difficoltà. Nell’aprile 2008 il Fondo Monetario Internazionale ha segnalato una riduzione delle quote di mercato italiane nel settore turismo rispetto ai principali Stati dell’area mediterranea, sia per numero di turisti che per spesa media dei visitatori, mentre nel Travel & Tourism Competitiveness Report 2009 predisposto dal World Economic Forum l’Italia risulta classificata al 28° posto su 133 Paesi, superata di molte posizioni da Francia, Spagna e Grecia. Le cause individuate dal FMI per la perdita di competitività nazionale in questo ambito sono di tipo essenzialmente strutturale: scarsa capacità di attrazione degli investimenti esteri e restrizioni alla proprietà straniera, inadeguatezza delle infrastrutture ferroviarie e portuali e mancanza di politiche governative specifiche, basso livello di professionalità dei dipendenti del settore. Accanto a tali carenze, uno studio dell’Istituto Nazionale Ricerche Turistiche indica tra i principali fattori che possono incidere sfavorevolmente sul turismo in Italia anche l’inadeguatezza del sistema informativo e dei servizi al turista, la mancanza di infrastrutture turistiche e la valutazione negativa del rapporto qualità-prezzo. Altri fattori che incidono negativamente sul settore turistico sono gli ostacoli normativi e burocratici: sotto il profilo della capacità della legislazione nazionale di attrarre imprese, lo studio “Doing Business” della Banca Mondiale colloca l’Italia ultima tra i paesi OCSE e 78° a livello mondiale tra i 183 Paesi esaminati.

I risultati italiani sono palesemente inadeguati rispetto alle potenzialità del Paese. Per di più, grazie alle sue elevate capacità di produrre crescita e occupazione, il turismo è in grado di diventare elemento trainante del rilancio dell’economia per il superamento della crisi in corso. Per tali ragioni, risulta quanto mai indispensabile un’azione coerente ed efficace degli operatori del settore, volta a trarre massimo beneficio dalle nuove opportunità offerte dall’Unione europea. Dal canto loro, gli enti territoriali sono chiamati a individuare ed attuare soluzioni e azioni concrete, disegnando i principali indirizzi della politica del turismo in armonia e sinergia con il contesto europeo di riferimento. Tra le nuove opportunità offerte dall’Unione europea, la prima iniziativa che merita di essere segnalata è il progetto “European destinations of excellence” (EDEN, destinazioni europee d’eccellenza), che promuove le destinazioni europee emergenti e offre sostegno a quelle che perseguono lo sviluppo turistico in modo da garantirne la sostenibilità sociale, culturale ed ambientale. Il progetto si basa su concorsi nazionali che si svolgono ogni anno e sfociano nella selezione di una “destinazione turistica di eccellenza” per ciascun paese partecipante; ogni anno viene selezionato un tema diverso da premiare, che per il 2010 è il turismo acquatico. EDEN contribuisce a diffondere le pratiche di sostenibilità utilizzate nelle destinazioni selezionate in tutta l’Unione, trasformando questi luoghi in località d’attrazione per tutto l’anno e decongestionando le destinazioni turistiche troppo sfruttate.

Altro importante programma europeo è CALYPSO, volto a favorire lo sviluppo del turismo sociale, con misure di favore per anziani, giovani, persone a mobilità ridotta e famiglie in difficoltà. Si tratta di un’iniziativa particolarmente significativa, che mira a dare impulso alla domanda turistica al di fuori dei picchi stagionali, favorendo gli scambi turistici tra Stati membri nella bassa stagione e rafforzando così anche l’occupazione. Rendendo il patrimonio turistico pienamente accessibile a coloro che hanno difficoltà a viaggiare si garantisce il diritto dei cittadini ad essere turisti, facilitando al tempo stesso l’emersione di un bacino di utenza costituito da decine di milioni di persone, con effetti positivi di allungamento della stagione turistica. Essenziale per il rafforzamento dell’immagine e della visibilità dell’Europa è l’iniziativa del portale europeo del turismo (VisitEurope). Si tratta di uno strumento di grande utilità che si rivolge principalmente al turismo internazionale, mettendo a disposizione di coloro che intendono a trascorrere le vacanze in Europa molte informazioni riguardanti l’Europa in generale e gli Stati membri in particolare. Per utilizzare al meglio il portale, a tali informazioni di base potrebbero essere aggiunte altre, quali percorsi turistici, itinerari culturali o altri prodotti tematici di dimensione europea o plurinazionale, in modo da indirizzare l’offerta turistica ad un insieme di destinatari che sia il più ampio e variegato possibile. Nell’elaborazione di tali informazioni ulteriori appare indispensabile il contributo delle Regioni e degli enti locali, chiamati a valorizzare le peculiarità di interesse turistico del proprio territorio.

Un altro profilo di particolare importanza è quello relativo agli strumenti di finanziamento per gli operatori del settore. A livello europeo esistono già numerose opportunità, ad esempio gli Stati membri e le regioni possono finanziare progetti turistici attraverso i fondi strutturali (Fondo europeo di sviluppo regionale e Fondo sociale europeo), grazie ai quali è possibile dare sostegno tra l’altro allo sviluppo delle imprese e dei servizi turistici, oltre che alla mobilità professionale, ai programmi educativi e alla formazione. Il Fondo di coesione può invece essere utilizzato per il sostegno alle infrastrutture dell’ambiente e dei trasporti. Le prassi turistiche sostenibili ed innovative sono poi indicate come criteri prioritari nei diversi obiettivi dei vari strumenti finanziari europei. Il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale offre un sostegno per migliorare il paesaggio rurale e la qualità della produzione agricola e per rivalorizzare il patrimonio culturale, allo scopo di sviluppare il turismo rurale e diversificare l’economia rurale, in particolare nei nuovi Stati membri e nei paesi candidati. Il Fondo europeo per la pesca propone l’ecoturismo come nuovo settore in grado di assorbire i pescatori colpiti dalla ristrutturazione del settore della pesca; potranno beneficiare di questo aiuto le piccole aziende ittiche e le infrastrutture turistiche. Di grande interesse è anche il settimo programma quadro per le attività di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione, che può essere utilizzato per il turismo attraverso studi relativi a temi quali le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, le applicazioni satellitari, il patrimonio culturale e l’utilizzo del territorio; al riguardo va evidenziato che la priorità relativa ai cambiamenti climatici include anche l’impatto sul turismo. Il turismo è considerato come settore pilota potenziale anche per il programma “Leonardo da Vinci”, con il quale è stata introdotta una misura specifica per gli apprendisti e i giovani che seguono formazioni professionali e con un progetto in corso, relativo all’analisi e allo sviluppo delle qualifiche nell’area di interesse. Piccole e medie imprese attive nel settore turistico possono usufruire del “Programma-quadro per la competitività e l’occupazione”, volto a fornire sostegno alla competitività delle imprese dell’Unione. Per il futuro, appare verosimile l’inserimento nel nuovo quadro finanziario pluriennale 2014-2020 di un apposito strumento finanziario per il turismo.

Gli enti territoriali possono inoltre utilmente sviluppare una cooperazione con i paesi terzi nel settore del turismo. Iniziative di questo tipo potrebbero essere elaborate parallelamente a quelle già avviate dalla Commissione europea, e sarebbero quindi rivolte non solo ai paesi “BRIC” (Brasile, Russia, India e Cina), ma anche agli Stati della regione EUROMED e ai paesi e regioni in via di sviluppo. Tali attività rafforzano lo scambio di best practices tra istituzioni e promuovono all’estero l’immagine del territorio, con evidenti effetti positivi sull’afflusso turistico. Un importante strumento di cooperazione e di partecipazione del territorio alla politica europea del turismo è il NECSTouR, network che unisce le regioni europee per un turismo sostenibile e competitivo e crea connessioni tra destinazioni turistiche con caratteristiche analoghe. Si tratta di una rete che consente un migliore coordinamento tra gli attori istituzionali, garantendo l’attuazione degli obiettivi di interesse generale e l’uso ottimale dei finanziamenti europei secondo le priorità stabilite dalla Commissione.

Nuove opportunità di crescita per il territorio possono derivare anche dallo sviluppo di attività speciali di turismo o forme turistiche alternative. Si tratta, ad esempio, del turismo culturale, eno-gastronomico, religioso e conventuale, del turismo sportivo e congressuale, dell’ecoturismo e del turismo della salute, in particolare termale, in grado di attrarre categorie di turisti che richiedono servizi altamente specifici. Merita di essere sottolineato che il rafforzamento della competitività delle attività turistiche non può prescindere da un forte impegno per assicurare e perfezionare le competenze professionali degli operatori turistici. Appare dunque indispensabile sostenere e migliorare la formazione dei lavoratori, con particolare riferimento alle conoscenze linguistiche e alle nuove tecnologie, rafforzando così la capacità di risposta alle domande del mercato e agevolando la mobilità interna al settore. Per gli enti territoriali l’organizzazione di corsi di formazione e la promozione di specializzazioni sia geografiche che tematiche, di sistemi di accreditamento e di elevati standard qualitativi nei servizi turistici è dunque un compito fondamentale.

Il turismo può svolgere un ruolo decisivo a favore dello sviluppo e dell’integrazione economica e sociale nelle regioni rurali, periferiche o in ritardo di crescita. Al tempo stesso, se sviluppato nelle sue forme sostenibili, il turismo rappresenta per le economie locali una fonte duratura di reddito e un mezzo per promuovere un’occupazione stabile, consentendo di salvaguardare e valorizzare il patrimonio paesaggistico, culturale, storico e ambientale. Lo sviluppo delle destinazioni turistiche è infatti strettamente collegato al loro contesto ambientale, alle caratteristiche culturali, all’interazione sociale, alla sicurezza e al benessere delle popolazioni locali. La gestione sostenibile può rafforzare i risultati economici e la concorrenzialità di una destinazione nel lungo periodo, garantendo che lo sviluppo del turismo avvenga a livelli e secondo modalità compatibili con le esigenze della comunità locale e dell’ambiente. Essa richiede una pianificazione efficace dell’impiego dello spazio e del terreno e una presa in considerazione delle esigenze di tutela dell’ambiente nelle decisioni di investimento in infrastrutture e servizi; in questo modo il turismo può rappresentare la forza motrice per la tutela e lo sviluppo delle destinazioni.

Per operare una gestione di questo tipo sono però indispensabili il sostegno del contesto e la partecipazione di tutti gli operatori, inquadrati nell’ambito una struttura efficiente che coinvolga soggetti pubblici e privati. Appare dunque necessario un forte impegno a livello locale e regionale che sia in grado di mettere in relazione ambiti territoriali con caratteristiche simili e di modulare i propri interventi a seconda delle peculiarità delle aree di riferimento (montane, rurali, urbane e costiere). Più precisamente, le zone montane devono poter contare su prospettive politiche di sviluppo che integrino sia le prescrizioni di tutela di tale particolare ambiente naturale, volte a preservare il ricco patrimonio naturale di molti spazi montani vulnerabili, sia il sostegno al benessere degli abitanti. Nelle zone rurali l’investimento nel turismo risponde ad esigenze di diversificazione delle economie, strategia necessaria a garantire crescita, occupazione e sviluppo sostenibile; queste zone hanno potenzialità concrete, ad esempio offrono condizioni favorevoli di vita e lavoro e dispongono di ampie risorse naturali e attrattive paesaggistiche, ma richiedono misure di salvaguardia dell’ambiente. Il turismo può inoltre contribuire allo sviluppo sostenibile anche nelle aree urbane, migliorando la concorrenzialità delle aziende, venendo incontro alle esigenze sociali e tutelando l’ambiente culturale e naturale; tali destinazioni esigono dunque l’adozione di una strategia globale, basata sui principi dello sviluppo sostenibile. Le zone costiere presentano tipicamente un’alta densità turistica e richiedono interventi volti a prevenire il depauperamento e la congestione delle aree, rendendo il turismo più sostenibile e più competitivo. È evidente che il sostegno e lo sviluppo del turismo richiedono un forte impegno comune, volto a coinvolgere e coordinare le forze di soggetti privati e istituzionali, chiamati ad operare in sinergia tra loro. Si tratta di un processo laborioso ed articolato, ma assolutamente irrinunciabile. Va infatti rammentato che le attività e i prodotti turistici non sono delocalizzabili: lo sviluppo turistico rimane patrimonio del territorio su cui viene generato, così determinandovi condizioni stabili di sviluppo economico, sociale e culturale.