Vangelo di Giovanni

L’ultimo vangelo ad essere composto fu quello dell’apostolo Giovanni, secondo la tradizione. È un testo particolare, diverso dagli altri (non fa parte infatti della triade dei sinottici) anche per l’elevatezza del contenuto teologico e cristologico: come nel caso dell’apostolo Paolo, la cristologia di Giovanni si considera “dall’alto”, a differenza della cristologia “dal basso” che invece è presente negli altri testi.

Non è questa la sede per analizzare il contenuto del testo, ma occorre tuttavia rilevare che la sua attuale datazione è principalmente dovuta proprio ad esso: secondo la critica infatti soltanto un lungo periodo di analisi e di pensiero avrebbe permesso di giungere ad un livello così elevato. Generalmente, la “pubblicazione” del rotolo viene situata nell’ultimo decennio del primo secolo, ma tale datazione è principalmente dovuta al ritrovamento di un piccolo pezzo di papiro contenente parte del testo del vangelo e cronologicamente collocato in un periodo tra il 94 ed il 125 da Roberts, uno dei più grandi studiosi di papirologia, che nel 1935 sorprese i suoi colleghi che invece collocavano la composizione del vangelo al secondo secolo inoltrato (chi anche al 180).

Tuttavia, avendo la stessa critica individuato una serie di stratificazioni nella sua redazione (almeno tre, secondo alcuni addirittura cinque), non è avventato affermare che la sua scrittura iniziò prima della famosa distruzione di Gerusalemme del 70 d.C., tanto cara agli studiosi: tale vangelo infatti non offre alcun sicuro riferimento a tale evento, e non può neanche essere direttamente collegato con i vangeli sinottici, da cui si differenzia altresì per le fonti utilizzate.

Ciò ha fatto affermare ad un noto neotestamentarista quale fu J.T. Robinson che in effetti il primo vangelo composto fu proprio quello di Giovanni, seguito poi da tutti gli altri: tale tesi è affascinante quanto debole, giacché alcuni particolari del testo sembrano correggere identici passi dei sinottici mentre altri passaggi sono in essi assolutamente assenti.

Detto quanto sopra e ricordando che la stratificazione del testo può essere avvenuta anche nel corso di un decennio se non oltre, vi è una considerazione storica estremamente importante: dal momento che con la distruzione di Gerusalemme ad opera delle truppe romane molti luoghi della città sono tornati alla luce soltanto grazie a scavi archeologici condotti in età moderna, avendo questi ultimi confermato la precisione topografica del testo giovanneo, si potrebbe concludere che esso venne composto quando tali luoghi erano ancora visibili: ovviamente, si potrebbe anche affermare che a comporlo fu un esperto conoscitore della città, in grado di collocare facilmente alcuni resti (come la famosa piscina di Betsaida) anche se non più visibili da anni. Ma in quest’ultimo caso si deve presupporre che all’origine di tutto vi sia un testimone oculare.