Joshua ben Joseph

CAPITOLI 1 -10

Il Gesù umano

Per le intelligenze celesti dell’Universo che l’osservavano, questo viaggio mediterraneo fu la più seducente delle esperienze terrene di Gesù, o almeno di tutta il suo percorso fino alla sua crocifissione e morte umana. Questo fu l'affascinante periodo del suo ministero personale, in contrasto con l’epoca del suo ministero pubblico che seguì ben presto. Questo episodio straordinario fu tanto più avvincente in quanto in questo momento egli era ancora il carpentiere di Nazaret, il costruttore di battelli di Cafarnao, lo Scriba di Damasco; era ancora il Figlio dell’Uomo. Egli non aveva ancora acquisito la completa padronanza della sua mente umana; lo Spirito non aveva ancora pienamente controllato e formato la contropartita dell’identità mortale. Egli era ancora un uomo tra gli uomini.

L’esperienza religiosa puramente umana - la crescita spirituale personale - del Figlio dell’Uomo raggiunse quasi il suo culmine di realizzazione durante questo ventinovesimo anno. Questa esperienza di sviluppo spirituale fu una crescita costantemente graduale a partire dal momento dell’ iniziale arrivo dello Spirito fino al giorno della completa integrazione della mente umana con lo Spirito interiore che il Figlio dell'Uomo raggiunse definitivamente, quale mortale incarnato del regno, nel giorno del suo battesimo nel Giordano.

Durante tutti questi anni, mentre non sembrava impegnato in così numerosi periodi di comunione formale con suo Padre Celeste, egli mise a punto dei metodi sempre più efficaci di comunicazione personale con la presenza spirituale interiore del Padre del Paradiso. Egli visse una vita reale, una vita piena ed una vita nella carne veramente normale, naturale e ordinaria.

Il Figlio dell’Uomo sperimentò la vasta gamma delle emozioni umane che si estendono dalla gioia splendida al dolore profondo. Egli era un ragazzo gaio ed un essere di raro buonumore; era anche un “uomo di dolori ed abituato alla sofferenza”. In senso spirituale egli visse la vita di mortale dal punto più basso a quello più alto, dall’inizio alla fine. Da un punto di vista di vita vissuta, potrebbe sembrare che Gesù non abbia pienamente vissuto i due estremi sociali dell’esistenza umana, ma intellettualmente familiarizzò completamente con l’intera e completa esperienza dell’umanità.

Gesù conosce i pensieri ed i sentimenti, i bisogni e gli impulsi, dei mortali evoluzionari ed ascendenti dei regni, dalla loro nascita alla loro morte. Egli ha vissuto la vita umana dagli inizi dell’individualità fisica, intellettuale e spirituale, passando per l’infanzia, la fanciullezza, la giovinezza e la maturità - fino all’esperienza umana della morte. Egli non solo passò per questi periodi umani normali e familiari di avanzamento intellettuale e spirituale, ma sperimentò anche pienamente quelle fasi superiori e più evolute dell’armonizzazione tra l’uomo e Lo Spirito che così pochi mortali sulla Terra raggiungono. E sperimentò così pienamente la vita dell’uomo mortale, così com’è vissuta nel mondo.

Sebbene questa vita perfetta che egli visse nelle sembianze della carne mortale possa non aver ricevuto l’approvazione da parte di tutti coloro che per caso sono stati suoi contemporanei sulla Terra, tuttavia, la vita che Gesù di Nazaret visse nella carne ha ricevuto la piena ed assoluta approvazione dal Padre Universale come una duplice vita, quella divina vissuta nella pienezza della rivelazione del Dio Eterno all’uomo mortale e quella pienamente umana resa perfetta dalla obbedienza al Creatore Infinito.

Questo era il suo vero e supremo proposito. Egli non è sceso a vivere sulla Terra come un esempio perfetto e dettagliato per ogni bambino o adulto, per ogni uomo o donna, di quell’epoca o di qualsiasi altra. La verità è, in realtà, che nella sua piena, ricca, bella e nobile vita noi tutti possiamo trovare molte cose che sono squisitamente esemplari, divinamente ispiranti, ma ciò è dovuto al fatto che egli ha vissuto una vita veramente ed autenticamente umana. Gesù non ha vissuto la sua vita sulla terra per fornire a tutti gli altri esseri umani un esempio da copiare. 

Egli visse questa vita nella carne con lo stesso ministero di misericordia che noi tutti possiamo utilizzare per vivere la nostra vita sulla terra. E come egli visse la sua vita di mortale nella sua epoca e com'era, così egli diede in tal modo a tutti noi l’esempio di come vivere la nostra vita nella nostra epoca e come siamo. Noi non possiamo aspirare a vivere la sua vita, ma possiamo decidere di vivere la nostra vita com’egli ha vissuto la sua, e con gli stessi mezzi. Gesù può non essere l’esempio tecnico e dettagliato per tutti i mortali di tutte le ere su tutti i regni di questo Universo, ma egli è eternamente l’ispirazione e la guida di tutti i pellegrini del Paradiso provenienti dai mondi che si elevano attraverso l’Universo fino al Paradiso. Gesù è la via nuova e vivente che va dall’uomo a Dio, dal parziale al perfetto, dal terreno al celeste, dal tempo all’eternità.

Alla fine del suo ventinovesimo anno Gesù di Nazaret aveva praticamente finito di vivere la vita che si richiede ai mortali che soggiornano nella carne. Egli era venuto sulla terra come la pienezza di Dio da manifestare agli uomini; ora aveva quasi raggiunto la perfezione dell’uomo che aspetta l’occasione di manifestarsi a Dio. E fece tutto questo prima di aver raggiunto i trent’anni di età.