Joshua ben Joseph

CAPITOLI 1 -10

Ritorno a Nazaret

In conseguenza delle incertezze e delle ansietà del loro soggiorno a Betlemme, Maria svezzò il bambino solo dopo che furono arrivati sani e salvi ad Alessandria, dove la famiglia poté riprendere una vita normale. Essi vissero presso dei parenti e Giuseppe poté mantenere la sua famiglia avendo trovato lavoro subito dopo il loro arrivo. Egli fu impiegato come carpentiere per parecchi mesi e poi fu promosso alla posizione di caposquadra di un numeroso gruppo di operai impiegati nella costruzione, allora in corso, di un edificio pubblico. Questa nuova esperienza gli diede l’idea di diventare un imprenditore e costruttore al loro ritorno a Nazaret.

Durante questi primi anni dell’infanzia di Gesù, Maria mantenne una lunga e costante vigilanza affinché non accadesse nulla al suo bambino che potesse mettere in pericolo il suo benessere od interferire in qualche modo con la sua futura missione sulla terra; nessuna madre fu mai più dedita a suo figlio. Nella casa in cui si trovava Gesù c’erano altri due bambini all'incirca della sua età e, fra i vicini di casa, ce n’erano altri sei la cui età era abbastanza vicina alla sua per farne dei compagni di gioco accettabili. 

Da principio Maria era incline a tenere Gesù vicino a sé. Essa temeva che qualcosa potesse accadergli se gli si permetteva di giocare nel giardino con gli altri bambini, ma Giuseppe riuscì a convincerla che questa linea di condotta avrebbe privato Gesù della preziosa esperienza d’imparare ad adattarsi ai bambini della sua stessa età. E Maria, comprendendo che un tale programma di protezione esagerata ed insolita rischiava di renderlo timido ed un po’ egocentrico, diede infine il suo assenso affinché il figlio della promessa potesse crescere esattamente come tutti gli altri bambini, restando comunque sempre vigile mentre il piccolo gruppo giocava attorno alla casa o nel giardino. Solo una madre amorosa può conoscere il peso che Maria portò nel suo cuore per la sicurezza di suo figlio durante gli anni tra la prima e la seconda infanzia.

Nei due anni del loro soggiorno ad Alessandria, Gesù godette di buona salute e continuò a crescere normalmente. A parte pochi amici e parenti, nessuno fu informato che Gesù era un “figlio della promessa”. Uno dei parenti di Giuseppe lo rivelò ad alcuni amici di Menfi, discendenti del lontano Ikhnaton, ed essi, con un piccolo gruppo di credenti di Alessandria, si riunirono nella sontuosa dimora del parente-benefattore di Giuseppe, poco tempo prima del loro ritorno in Palestina, per augurare ogni bene alla famiglia di Nazaret ed ossequiare il bambino. In questa occasione gli amici riuniti fecero dono a Gesù di un esemplare completo della traduzione in greco delle Scritture ebraiche. 

Ma questo esemplare dei testi sacri ebraici fu messo nelle mani di Giuseppe solo dopo che lui e Maria ebbero entrambi declinato l’invito dei loro amici di Menfi e di Alessandria di rimanere in Egitto. Questi credenti sostenevano che il figlio del destino avrebbe potuto esercitare una ben più grande influenza mondiale abitando ad Alessandria piuttosto che in qualunque luogo della Palestina. Queste persuasioni ritardarono di qualche tempo la loro partenza per la Palestina dopo aver ricevuto la notizia della morte di Erode.

Finalmente Giuseppe e Maria lasciarono Alessandria su un battello in partenza per Giaffa, appartenente al loro amico Ezraeon, ed arrivarono in questo porto alla fine di agosto dell’anno 4 a.C. Essi si recarono direttamente a Betlemme, dove passarono tutto il mese di settembre a discutere con i loro amici e parenti se dovessero rimanere là o ritornare a Nazaret.

Maria non aveva mai completamente abbandonato l’idea che Gesù dovesse crescere a Betlemme, la Città di Davide. Giuseppe non credeva realmente che il loro figlio fosse destinato a diventare un re liberatore d’Israele. Inoltre egli sapeva che lui stesso non era un vero discendente di Davide; che il fatto di essere considerato fra la posterità di Davide era dovuto all’adozione di uno dei suoi antenati nella linea dei discendenti di Davide. Maria pensava naturalmente che la Città di Davide fosse il luogo più appropriato in cui il nuovo candidato al trono di Davide potesse essere cresciuto, ma Giuseppe preferiva rischiare con Erode Antipa piuttosto che con suo fratello Archelao. Egli nutriva grandi timori per la sicurezza del bambino a Betlemme o in qualsiasi altra città della Giudea, e pensava che Archelao avrebbe proseguito probabilmente la politica minacciosa di suo padre Erode più di quanto avrebbe fatto Antipa in Galilea. A prescindere da tutte queste ragioni, Giuseppe espresse apertamente la sua preferenza per la Galilea come luogo migliore in cui crescere ed educare il bambino, ma ci vollero tre settimane per vincere le obiezioni di Maria.

Il primo ottobre Giuseppe aveva convinto Maria e tutti i loro amici che era meglio per loro ritornare a Nazaret. Di conseguenza, all’inizio di ottobre dell’anno 4 a.C. essi lasciarono Betlemme per Nazaret seguendo la strada di Lidda e Scitopoli. Essi partirono di buon’ora una domenica mattina; Maria ed il bambino erano montati su un animale da soma appena acquistato, mentre Giuseppe e cinque parenti li accompagnavano a piedi; i parenti di Giuseppe non avevano permesso loro di fare il viaggio da soli fino a Nazaret. Essi avevano paura di andare in Galilea passando per Gerusalemme e per la valle del Giordano, e le strade dell’ovest non erano del tutto sicure per due viaggiatori soli con un bambino in tenera età.

Al quarto giorno di viaggio il gruppo giunse senza inconvenienti a destinazione. Essi arrivarono senza preavviso nella loro casa di Nazaret, che era stata occupata per più di tre anni da uno dei fratelli sposati di Giuseppe, il quale in verità fu sorpreso di vederli. Essi avevano condotto i loro affari in modo così riservato che sia la famiglia di Giuseppe che quella di Maria non sapevano nemmeno che avevano lasciato Alessandria. Il giorno dopo il fratello di Giuseppe condusse via la sua famiglia, e Maria, per la prima volta dalla nascita di Gesù, si sistemò con la sua piccola famiglia per godere della vita nella propria casa. In meno di una settimana Giuseppe trovò lavoro come carpentiere ed essi furono estremamente felici.

Gesù aveva circa tre anni e due mesi al momento del loro ritorno a Nazaret. Egli aveva sopportato benissimo tutti questi viaggi, si trovava in eccellente salute e provava una gioia infantile ed esuberante ad avere dei locali per lui dove giocare liberamente ed essere felice. Ma gli mancava molto la compagnia dei suoi compagni di gioco di Alessandria.

Sulla strada per Nazaret, Giuseppe aveva persuaso Maria che sarebbe stato inopportuno diffondere fra i loro amici e parenti galilei la notizia che Gesù era un figlio della promessa. Essi rimasero d’accordo di non fare alcuna menzione di queste materie a nessuno. Ed entrambi tennero fede a questa promessa.

Tutto il quarto anno di Gesù fu un periodo di sviluppo fisico normale e di straordinaria attività mentale. Nel frattempo egli aveva stretto una grande amicizia con un ragazzo vicino, quasi della sua stessa età, di nome Giacobbe. Gesù e Giacobbe erano sempre felici di giocare insieme e divennero col tempo grandi amici e compagni leali.

Il successivo avvenimento importante nella vita di questa famiglia di Nazaret fu la nascita del secondo figlio, Giacomo, nelle prime ore del mattino del 2 aprile dell’anno 3 a.C. Gesù era eccitato al pensiero di avere un fratellino e stava vicino a lui per delle ore semplicemente per osservare i primi gesti del bambino.

Fu a metà estate di questo stesso anno che Giuseppe costruì un piccolo laboratorio accanto alla fontana del villaggio e vicino al caravanserraglio. Dopo di ciò egli fece pochi lavori come carpentiere a giornata. Aveva come collaboratori due dei suoi fratelli e parecchi altri operai, che mandava a lavorare fuori mentre lui restava in laboratorio a fabbricare carrucole, gioghi ed altri oggetti di legno. Egli faceva anche lavori in cuoio, con la corda e con la tela. E Gesù, mentre cresceva, quando non era a scuola, trascorreva il suo tempo quasi egualmente ad aiutare sua madre nei lavori di casa e ad osservare suo padre al lavoro nel laboratorio, ascoltando nel contempo le conversazioni e le chiacchiere dei conduttori di carovane e dei viaggiatori provenienti dai quattro angoli della terra.

Nel luglio di quest’anno, un mese prima che Gesù compisse quattro anni, un’epidemia maligna di disturbi intestinali portata dai viaggiatori delle carovane si diffuse in tutta Nazaret. Maria fu così allarmata per il pericolo al quale Gesù era esposto per questa epidemia che fece i bagagli e fuggì con i suoi due bambini alla fattoria di suo fratello, parecchi chilometri a sud di Nazaret, sulla strada di Meghiddo, vicino a Sarid. Essi non ritornarono a Nazaret per più di due mesi; Gesù fu molto felice per questa sua prima esperienza in una fattoria.