La Sacra Sindone

L'uomo più buono del mondo

Meccanismo di Formazione

L’incapacità di replicare (e quindi falsificare) l’immagine sindonica impedisce di formulare un’ipotesi attendibile sul meccanismo di formazione dell’impronta e quindi di spiegare come si sia formata l’immagine corporea sulla Sindone. A parziale giustificazione, gli Scienziati lamentano l’impossibilità di effettuare misure dirette sul lenzuolo sindonico. Infatti, l’ultima analisi sperimentale in situ delle proprietà fisiche e chimiche dell’immagine corporea della Sindone risale al lontano 1978 quando un gruppo di 31 scienziati sotto l’egida dello Shroud of Turin Research Project (STURP) ottennero il permesso di effettuare misure dirette sul lenzuolo sindonico.

Gli scienziati utilizzarono strumentazione all’avanguardia per l’epoca, messa a disposizione da diverse ditte produttrici per un valore commerciale di due milioni e mezzo di dollari, ed effettuarono numerose misure non distruttive di spettroscopia infrarossa, visibile e ultravioletta, di fluorescenza a raggi X, di termografia e pirolisi, di spettrometria di massa, di analisi micro-Raman, fotografia in trasmissione, microscopia, prelievo di fibrille e test microchimici. I risultati delle misure STURP sono stati pubblicati su diverse riviste scientifiche, vedi gli articoli di Gilbert, Pellicori, Accetta, Morris, Heller, Schwalbe, Jumper 1980, Jumper 1984.

Le analisi effettuate sul telo sindonico non trovarono quantità significative di pigmenti (coloranti, vernici) né tracce di disegni. Sulla base dei risultati delle decine di misure effettuate, i ricercatori STURP conclusero che l’immagine corporea non è dipinta, né stampata, né ottenuta tramite riscaldamento. Inoltre, la colorazione dell’immagine risiede nella parte più esterna e superficiale delle fibrille che costituiscono i fili del tessuto di lino, e misure effettuate recentemente su frammenti di telo sindonico [Fanti 2010c] dimostrano che lo spessore di colorazione è estremamente sottile, pari a circa 200 nm (1 nm = 10-9 m = un miliardesimo di metro), ovvero un quinto di millesimo di millimetro, corrispondente allo spessore della cosiddetta parete cellulare primaria della singola fibrilla di lino. Ricordiamo che un singolo filo di lino è formato da circa 200 fibrille. Altre importanti informazioni derivate dai risultati delle misure STURP sono le seguenti:

  • a) Il sangue è umano, e non c’è immagine sotto le macchie di sangue [Heller, Jumper 1984]
  • b) La sfumatura del colore contiene informazioni tridimensionali del corpo [Jackson 1984]
  • c) Le fibrille colorate (di immagine) sono più fragili delle fibrille non colorate
  • d) La colorazione superficiale delle fibrille di immagine deriva da un processo sconosciuto che ha causato ossidazione, disidratazione e coniugazione della struttura del lino [Heller]. In altre parole, la colorazione è conseguenza di un processo di invecchiamento accelerato del lino [Jumper 1984].

Come già accennato, fino ad oggi tutti i tentativi di riprodurre un’immagine avente le medesime caratteristiche sono falliti. Alcuni ricercatori hanno ottenuto immagini aventi un aspetto simile all’immagine sindonica (vedi ad esempio gli articoli di Pellicori, Ferrero, Fanti 2010b, Garlaschelli) ma nessuno è mai riuscito a riprodurre simultaneamente tutte le caratteristiche microscopiche e macroscopiche. In questo senso, l’origine dell’immagine sindonica è ancora sconosciuta.

Questo sembra essere il nodo centrale del cosiddetto “mistero della Sindone”: indipendentemente dall’età del lenzuolo sindonico, che sia medioevale (1260-1390) come risulta dalla controversa datazione al radiocarbonio [Damon, Van Haelst] o più antico come risulta da altre indagini [Rogers], e indipendentemente dalla reale portata dei controversi documenti storici sull’esistenza della Sindone negli anni precedenti il 1260 [Nicolotti, Piana, Scavone], la “domanda delle domande” rimane la stessa: come è stata generata l’immagine corporea sulla Sindone?