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Immaginiamo di uscire da una visita che ha diagnosticato una inguaribile malattia al cuore. Pochi mesi di vita. In pochi istanti il mondo cambia. La malattia terminale non è più un concetto più o meno astratto ma un coinvolgimento totale. Tutto ti crolla addosso, cambiano immediatamente le tue priorità. Ciò a cui prima tenevi, non conta più nulla; quello a cui tenevi poco, ora assume un'importanza fondamentale ed immediata. Anche il cielo, il cibo, i colori, i profumi, il calore della terra, le vecchie amicizie; tutto assume colorazioni diverse, contorni sfumati. Vai alla ricerca di qualche cosa a cui aggrapparti con forza, ma lo trovi con fatica tra vecchie cose quasi dimenticate, nella soffitta della tua mente, nella cantina dl tuo cuore.

Immaginiamo invece di scoprire improvvisamente che Dio è un Dio vivo, che vive in te, nel tuo cuore. Il Dio che "è nei cieli" invece è qui in terra accanto a te, anzi dentro di te. Sconvolgente. Il Dio dell'immensità ha scelto il tuo essere, povero e finito, come residenza permanente. Dio non è più allora un concetto metafisico più o meno astratto; una omelia sentita per l'ennesima volta.

In pochi secondi, esattamente come prima, tutto dovrebbe cambiare. Tutto dovrebbe riconfigurarsi, dovrebbero modificarsi immediatamente le tue priorità. Anche il cielo, il cibo, i colori, i profumi, il calore della terra, le amicizie; tutto assume connotazioni nuove, sapori più intensi. La scoperta di questo Dio che ti ha scelto come suo tempio dovrebbe creare un altrettanto sconvolgimento come prima; ma di segno contrario: sconvolgimento per una nuova vita che si apre e non sconvolgimento per una vita che si chiude.

Ma non è così; la vita “cristiana” continua nella sua tranquilla e rassicurante routine quotidiana. Perchè?
Il male entra a gamba tesa nella tua vita, non chiede permesso per stravolgere il tuo mondo; ma Dio sì: aspetta la nostra adesione, poi la partecipazione e alla fine il nostro totale coinvolgimento.

Ma abbiamo una grande difficoltà a pronunciare questo sì. Lo sconvolgimento non ci piace, lo pseudo equilibrio che a fatica abbiamo raggiunto ostacola l'intraprendere nuove avventure, nuove scoperte. Il tempo delle emozioni intense ci sembra un tempo passato. Il cuore torna ad essere un muscolo che pompa sangue, piuttosto che un motore che genera vita senza fine. A quando l’ultima emozione? A quando l’ultimo innamoramento? A quando l’ ultimo ooho? Un cuore che non si innamora più non rischia, si spenge lentamente. È molto meglio seguire tranquille regole sperimentate nel tempo, certificate, santificate, che comunque ci "assicurano" la vita eterna piuttosto che incamminarsi di nuovo per luoghi ignoti.

Ma non sappiamo quello che perdiamo. Il Dio che è in noi, a cui abbiamo dato luce verde per incantarci, è un Dio che sorprende, è un Dio che altera la vecchia dimensione, è un Dio che converte il tuo modo di pensare e di agire, è un Dio che prende per mano la tua vita e ti trascina dolcemente nel Nuovo Mondo che è in Cielo ed in Terra.

Quale migliore Buona Novella che Dio è in noi "perchè insieme siamo perfetti nell'unità"?

Un abbraccio
Maurizio Ammannato