eFamiglia: La Nuova Famiglia Cristiana

06/02/2015 Cosa ci aspetta


Gentile Direttore,
torno sul tasto della brutta religione cha abbiamo. Non che le altre siano più gioiose. Già parlare di religione mi rattrista moltissimo perchè Gesù venne a portate una Buona Notizia a tutti e non a creare una nuova religione che, come tale, si è dovuta contrapporre e contrastare quelle già esistenti.

Religione brutta, bruttissima, triste, cupa, penitenziale, vendicativa, aggressiva; l’unica organizzazione al mondo a scegliersi come proprio simbolo identificativo, uno strumento di tortura e morte come la crocifissione; che benedice la malattia e la sofferenza invece di combatterle. Gesù, salvatore e guaritore, è rimasto solo salvatore. Dolore come espiazione, sofferenza come lo status naturale per avvicinarsi a Dio, la morte come prezzo da pagare per i doni celesti.

Ma è proprio così?

Non conosco bene tutto il Vecchio Testamento e quindi dirò sicuramente delle inesattezze (o peggio delle eresie), tuttavia mi sembra che il rapporto fosse tra un Dio potente e un piccolo popolo eletto, maldestro, spesso incostante, caparbio e litigioso. Non mi sembra che il rapporto fosse, sempre nel Vecchio Testamento, tra un Padre e i suoi figli.

Ma Gesù è stato chiaro: lui è nostro vero Padre, noi i suoi veri figli legittimi. Improvvisamente la distanza tra noi e Dio Onnisciente e Onnipotente si è drasticamente ridotta ad una sola generazione. Lui Papà, noi suoi figli. Non lontani parenti, o nipoti e bisnipoti: ma suoi figli. Lui l’Eterno e noi suoi veri figli e, come tali, eredi di tutto ciò che ha. E come un padre, pieno di ricchezze, non vede l’ora di metterle a disposizione dei propri figli, così nostro Padre non vede l’ora che usciamo dalla nostra infanzia per accettare con riconoscenza i beni che ci ha da tempo preparato.

Ma, dovendo ereditare, la prima domanda è: chi è veramente Nostro Padre? Quali sono i suoi beni? Che cosa erediteremo? Debiti o ricchezze?
Tralasciando i beni mobili (che possiamo riassumere in una infinità capacità di amare) vorrei soffermarmi nei beni immobili, tangibili.

Sicuramente l’universo che ha creato. Miliardi di miliardi di galassie, miliardi di miliardi di stelle, miliardi di miliardi di pianeti. Un patrimonio immenso. Buchi neri al centro delle galassie che inghiottono la vecchia energia per ricrearne sempre di nuova, in continue nuove sorprendenti forme. Una incredibile tavolozza in attesa che ne possiamo fare di ogni colore. Un bellissimo mondo in continua evoluzione in attesa di essere fertilizzato, con la vita, da un piccolissimo e sperduto pianeta, alla periferia della Via Lattea, ai confini estremi dell’universo. La nostra piccolissima terra come spermatozoo per fecondare l’universo.

Universo, ovvero tempi lunghissimi (che sono i tempi di Dio). Distanze e tempi calcolati in milioni o miliardi di anni luce. E noi che viviamo nella durata di meno di un battito di ciglia.
Ma noi siamo suoi eredi. Tra nostro Padre e noi c’è solo di mezzo una generazione, ovvero siamo contemporanei. Dio ha drasticamente ridotto le distanze tra Lui e noi. Ne consegue che la nostra vita si dovrà via via allungare fino ai mille anni e oltre per adeguarci ai tempi del Padre, per realizzare i suoi programmi; significa che dobbiamo seriamente cominciare ad uscire dalla nostra stanzetta delle scope per espanderci e realizzare i sogni di nostro Padre. Si allungherà talmente la vita, che la morte non avrà più alcun senso.

E tutte le profezie, le catastrofi, l’Apocalisse?
Dio è Dio e può fare quello che vuole, anche azzerare tutte le brutte previsioni e profezie del passato, forse necessarie perché il castigo e la paura erano le uniche minacce che ci facevano rigare dritti da bambini.

Ora dobbiamo accettare questa bellissima eredità, di metterci al lavoro per realizzare i sogni del Padre; abbiamo solo bisogno di tempo, di forza e di gioia per costruire qualche cosa di infinitamente bello. Al lavoro!

Un abbraccio
Maurizio Ammannato

PS. Spesso ci lamentiamo perchè non otteniamo quello che vorremmo. Ma siamo sicuri di averlo chiesto chiaramente? Per evitare questo errore: di pensare, di supporre ma non di chiedere apertamente: “Dio Padre, Papà; ti prego, facci uscire da questa stanzetta delle scope e accompagnaci a visitare la tua immensa reggia; accetto pienamente tutta la tua eredità bellissima e divertente; dammi il tempo necessario, la forza e la salute per mettermi all’opera e cominciare a realizzare i tuoi sogni”.


PPS. Perchè tutto questo avvenga è forse necessario che qualche cosa cambi nei programmi del passato: “ Dio Padre, Papà; tu sei Dio e puoi fare quello che vuoi; dal passato ci provengono tante profezie funeste; dal presente ci affliggono tante negatività che ci impediscono di pensare seriamente a Te; ti prego cambia, se necessario, la storia futura; cancella le malattie e le cattiverie; rompi tutti i legami che ci legano ancora alle piccole e inutili cose di questo modo di vivere; rifocillaci il cuore, ridai vigore ai nostri muscoli; abbiamo bisogno di essere in piena forma col corpo, il cuore e la mente.”