Haec Sunt Ornamenta Mea

Questi sono i miei gioielli

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Ferramonti: grande esempio di bontà dei calabresi

L'unico vero campo di concentramento nazifascista in Italia, munito anche di cinta di filo spinato, fu costruito a Ferramonti in provincia di Tarsia in Calabria, nonostante l'apparenza di lager come quelli nazisti, il campo di Ferramonti si trasformò in una vera e propria cittadina munita di scuole, sinagoghe, libreria, asili, circoli culturali, filatelici e addirittura un parlamento interno che aveva il compito di tenere i contatti con la direzione e far risolvere i problemi degli internati. 

Tra i compiti dei capi camerata c'era anche quello di distribuire i sussidi statali a tutta la baracca. Il parlamento era formato dai capi camerata eletti a votazioni e un capo dei capi che doveva parlare l'italiano per mantenere il contatto con la direzione. Proprio per la sua posizione di estremo settentrione Italiano, il campo rappresento' la salvezza per molti ebrei che ancora prima che giungesse l'ordine di sterminio furono liberati dalle brigate inglesi sbarcate in Sicilia il 14 settembre del 1943.

Il personale civile e militare calabrese impiegato nel campo, contravvenendo alle leggi fasciste, trattò i poveri ebrei internati con umanità e rispetto. In occasione dei controlli del regime fascista, i calabresi facevano finta di essere inflessibili e spietati,; gli ebrei capivano il gioco e anche essi facevano finta di lamentarsi per la durezza delle condizioni di prigionia.

Una volta terminato il controllo, gli ebrei erano liberi di entrare e uscire dal campo e integrarsi con la popolazione del paese di Ferramonti con cui fecero subito amicizia. La fondazione Wisenthal e tutte le fondazioni ebraiche di memoria dell'olocausto hanno riconosciuto che nel lager calabrese non fu mai fatta alcuna violenza a nessun ebreo.

Mi sento orgoglioso di essere calabrese.