La Sacra Sindone

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  • 71) La ST è autentica se è stata conservata e venerata come reliquia certamente dal medioevo ad oggi e verosimilmente da duemila anni. Il fatto che sia stato conservato un telo impuro per gli ebrei in quanto ha avvolto il corpo di un cadavere, fa ritenere che chi decise di conservarlo non lo ritenesse impuro, forse in quanto avvolse il corpo del risorto. [a=.8, f=.1, n=.1, ia=.07, if=.05, in =.05, p=1]

    72) I resti di Jehohanan ben Hagqwl (il crocifisso ritrovato nei pressi di Gerusalemme) datati all'epoca di Cristo, confermano che le tecniche di crocifissione evidenziate sull’UST sono quelle praticate all’inizio del I sec. d.C. . È comune la trafittura di polsi e piedi con chiodi e la mancanza di un suppedaneum. Tali tecniche di crocifissione furono modificate nel corso del I sec.d.C. [a=.59, f=.01, n=.4,ia=.1, if=.005, in =.1, p=1]

    73) Data la presenza di sangue sul corpo, si deduce che l'UST non fu lavato: si tratta infatti di una sepoltura onorifica della cultura giudaica, che tramonta con la fine di Gerusalemme nel 70 d.C. Secondo alcuni è falsa perché l’UST non è stato lavato e unto con aromi, ma risulta che anche durante il sabato fossero ammesse le operazioni di sepoltura; questo è vero, ma non nel caso del sabato della Pasqua ebrea. Secondo la cultura giudaica dell’epoca, non ricevevano la purificazione rituale le vittime di morte violenta, i giustiziati per crimini religiosi, i proscritti dalla comunità giudaica o gli uccisi da non Giudei: Gesù è incluso in tutte le categorie. [a=.9, f=.01, n=.09, ia=.04, if=.005, in =.04, p=1]

    74) La ST è stata esposta ad Edessa prima del 944 d.C.. Nel 525 d.C. viene scoperta ad Edessa, odierna Urfa, un’immagine acheropita (non fatta da mani d’uomo) del Volto Santo. [a=.9, f=.01, n=.09, ia=.04, if=.005, in =.04, p=.4]

    75) In conformità alla ST, si trovano raffigurazioni di Cristo morto, antecedenti il 1200, con la mano destra (perché l’immagine della ST è speculare) con quattro dita, che copre la sinistra. Si nota, ad esempio, nell’Umbella di Papa Giovanni VII del XII sec. e anche nel crocifisso (1016) del Santuario di Santa Maria a Mare nell’arcipelago delle Tremiti. [a=.8, f=.01, n=.19, ia=.09, if=.005, in =.09, p=.7]

    76) Un codice del X sec., il Vat. Gr. 511, afferma che è di Cristo l’impronta su panno fatta venire da Edessa nell’anno 944. Anche il II Concilio di Nicea del 787 d.C. menziona l’immagine di Edessa “non fatta da mani d’uomo” [a=.9, f=.001, n=.099, ia=.05, if=.005, in =.05, p=.7]

    77) È antecedente al manoscritto Pray (Budapest, 1192-95). In una immagine, in esso contenuta, non sono raffigurati i pollici, che sulla ST non sono visibili; sono invece evidenti quattro cerchietti che ricordano le quattro bruciature di un antico incendio subito dalla ST. [a=.7, f=.01, n=.29, ia=.1, if=.005, in =.1,p=.8]

    78) L’immagine del volto è stata il prototipo per diverse monete emesse dagli imperatori di Bisanzio. A partire da Giustiniano II (685-695 d.C.), fino al 1200, compare un Pantocrator che ha lineamenti simili all’UST: mediante tecnica di sovrapposizione è stato dimostrato che ci sono più di 145 punti di congruenza. [a=.9, f=.01, n=.09, ia=.04, if=.005, in =.04, p=1]

    79) La croce ortodossa, anche antecedente al medioevo, raffigura “Gesù zoppo”. La croce ortodossa raffigura uno dei 3 bracci orizzontali (il più basso) inclinato. L'anomalia al piede destro, sottile e girato di 90° rispetto al sinistro, comune anche all’iconografia orientale, è in stretto riferimento a quanto appare raffigurato nella ST a causa della rigidità cadaverica dei piedi deformati dal chiodo. [a=.9, f=.01, n=.09, ia=.04,if=.005, in =.04, p=1]

    80) È antecedente alla caduta di Costantinopoli del 1204. Ogni venerdì veniva esposta a Costantinopoli una Sydoine sulla quale era visibile la figura di Cristo. Esistono testimonianze dei sec. XI-XII. Gregorio il Referendario descrive un’immagine impressa da gocce di sudore in cui si vede anche il sangue sgorgato dal fianco. [a=.9, f=.01, n=.09, ia=.04, if=.005, in =.04, p=.6]

    81) P. d'Arcis in un lungo testo indirizzato all’antipapa Clemente VII scrive che teologi e uomini di fiducia avevano assicurato che la ST non era autentica. Questo perché il Vangelo non parla dell'impronta umana e perché c’era stata la dichiarazione del pittore che l'avrebbe dipinta. P. d'Arcis però non portò documenti né prove riguardanti il nome del pittore o la tecnica usata; forse il pittore confessò di avere eseguito una delle tante copie delle sindoni che circolavano all’epoca. [a=.005, f=.99, n=.005, ia=.002, if=.003, in
    =.002, p=.5]

    82) Giulio II con una Bolla del 1506 istituisce la “Messa della Santa ST”, ne approva l’Officio canonico e stabilisce la data della festa liturgica al 4 maggio. Inoltre Pio XI la definì “certamente non opera umana”, Giovanni XXIII disse “Qui c’è il dito di Dio”, Paolo VI sottolineò “il mistero di questa sorprendente, misteriosa reliquia” e Giovanni Paolo II disse “reliquia lo è certamente” e “è un testimone muto ma nello stesso tempo sorprendentemente eloquente”. [a=.9, f=.01, n=.09, ia=.04, if=.005, in =.04, p=.7].