SUBITO dopo la sepoltura di Gesù venerdì pomeriggio, il capo degli arcangeli, allora presente sulla Terra, riunì il suo consiglio preposto alla risurrezione delle creature addormentate dotate di volontà. Gabriele lo informò che, poiché Gesù aveva “abbandonato la sua vita per sua libera scelta, aveva anche il potere di riprenderla secondo la propria determinazione”. Allora lo Spirito di Gesù, che comandava personalmente le schiere celesti allora riunite sulla Terra, disse queste parole agli ansiosi osservatori in attesa:
“Nessuno di voi può fare alcunché per aiutare il vostro Creatore-padre a ritornare in vita. Come mortale del regno egli ha sperimentato la morte come uomo mortale; come Sovrano dell’ Universo egli vive ancora. Ciò che voi osservate è il transito mortale di Gesù di Nazaret dalla vita nella carne alla vita nello spirito. Il transito spirituale di Gesù fu completato nel momento in cui io, lo Spirito, mi sono separato dalla sua personalità. Il vostro Creatore-padre ha scelto di attraversare l’intera esperienza delle sue creature mortali, dalla nascita, passando per la morte naturale e la risurrezione, fino allo stadio della vera esistenza spirituale. Voi state osservando una fase di questa esperienza. Voi non potete fare per il Creatore quelle cose che fate ordinariamente per la creatura. Il Figlio di Dio ha in se stesso il potere di conferirsi nelle sembianze di qualunque dei suoi figli creati; ha in se stesso il potere di abbandonare la sua vita e di riprenderla, ed ha questo potere a causa del comando diretto del Padre del Paradiso, ed io so di che cosa parlo.”
Dopo aver inteso lo Spirito di Gesù parlare così, essi assunsero tutti un atteggiamento di ansiosa aspettativa, da Gabriele fino al più umile cherubino. Vedevano il corpo mortale di Gesù nella tomba e si accorgevano delle attività nell’Universo del loro amato Sovrano ma, essendo la prima volta, non comprendevano completamente tali fenomeni, aspettando pazientemente gli sviluppi.
Alle tre meno dieci, intense vibrazioni di attività spirituali cominciarono ad emanare dalla nuova tomba di Giuseppe, e due minuti dopo le tre, questa domenica mattina 9 aprile dell’anno 30 d.C., la forma e la personalità spirituale risuscitate di Gesù di Nazaret uscirono dalla tomba.
Dopo che il Gesù risuscitato emerse dalla sua tomba funebre, il corpo di carne nel quale egli aveva vissuto e lavorato sulla terra per quasi trentasei anni giaceva ancora là nella nicchia del sepolcro, intatto ed avvolto nel lenzuolo di lino, esattamente com’era stato deposto il venerdì pomeriggio da Giuseppe e dai suoi collaboratori. Né fu in alcun modo spostata la pietra posta davanti all’entrata della tomba; il sigillo di Pilato era ancora intatto; i soldati erano ancora di guardia. Le guardie del tempio erano state in servizio continuo; la guardia romana era stata cambiata a mezzanotte.
Nessuno di questi sorveglianti sospettò che l’oggetto della loro vigilanza era risorto ad una nuova e più alta forma d’esistenza semi-spirituale, e che il corpo che stavano custodendo era ora un involucro esteriore abbandonato, che non aveva più alcuna connessione con la personalità spiritale liberata e risuscitata di Gesù.
Gesù questo venerdì abbandonò la sua vita come un comune mortale; domenica mattina la riprese come essere semi-spirituale e nessuna creatura celeste fu parte attiva in questo risveglio. In sintesi, questi sono i principali punti sulla risurrezione di Gesù:
1. Il suo corpo fisico non faceva parte della sua personalità spirituale risuscitata. Quando Gesù uscì dalla tomba, il suo corpo di carne rimase intatto nel sepolcro. Egli emerse dalla tomba funebre come spirito e quindi senza spostare le pietre poste davanti all’entrata e senza rompere i sigilli di Pilato.
2. Egli non emerse nella forma spirituale definitiva come Creatore Sovrano, quale aveva avuto prima della sua incarnazione nelle sembianze della carne mortale sulla Terra, ma in uno stato transazionale di semi-spirituale.
3. Egli uscì da questa tomba di Giuseppe nelle stesse sembianze delle personalità semi-spirituali di coloro che, come esseri ascendenti risuscitati, si presentano alle porte del cielo.
4. Egli completò così il transito mortale ed iniziò l’esperienza transitoria semi-spirituale, ovvero tra il materiale e lo spirituale.
Ed egli ha fatto tutto ciò con il potere insito in se stesso; nessuna personalità celeste è intervenuta. Egli comincia ora questa vita semi-spirituale mentre il suo corpo materiale giace là intatto nella tomba. I soldati sono ancora di guardia ed il sigillo del governatore sulle pietre non è ancora stato rotto.
Alle tre e dieci il capo degli arcangeli richiese a Gabriele il corpo mortale di Gesù per poter procedere alla sua immediata dissoluzione risparmiando alle schiere del cielo la vista della lenta decomposizione della forma umana del Creatore e Sostenitore dell’ Universo.
Mentre gli arcangeli si preparavano a rimuovere il corpo di Gesù dalla tomba in vista di disporne la dignitosa dissoluzione istantanea, altri corpi celesti furono incaricati di spostare le due pietre dall’entrata della tomba.
Non c’era nessuna necessità materiale di spostare la pietra di ingresso per questa risurrezione spirituale, ma Gesù richiese che fosse spostata per dare un segno forte ai suoi impauriti discepoli
La più grossa di queste due pietre era un enorme blocco circolare molto simile ad una macina, e si spostava in una scanalatura intagliata nella roccia, in modo da poter essere rotolata avanti e indietro per aprire o chiudere la tomba.
Quando le guardie ebree ed i soldati romani di sorveglianza videro, alla debole luce dell’alba, la tomba aperta e la pietra spostata, furono presi dalla paura e dal panico e fuggirono precipitosamente. Gli Ebrei fuggirono alle loro case, dopo essere tornati nel tempio a riferire queste cose al loro capitano. I Romani fuggirono nella fortezza di Antonia e riferirono ciò che avevano visto al centurione appena questi giunse in servizio.
I dirigenti ebrei avevano cominciato la sordida operazione con la quale ritenevano di sbarazzarsi di Gesù offrendo del denaro al traditore Giuda, ed ora, di fronte a questa imbarazzante situazione, invece di pensare di punire le guardie che avevano disertato il loro posto, ricorsero alla corruzione di queste guardie e dei soldati romani. Essi pagarono a ciascuno di questi venti uomini una somma di denaro e ordinarono loro di dire a tutti: “Mentre dormivamo durante la notte, i suoi discepoli ci hanno colti di sorpresa ed hanno portato via il corpo.” E i dirigenti ebrei promisero solennemente ai soldati di difenderli davanti a Pilato nel caso il governatore fosse venuto a conoscenza che essi avevano accettato del denaro.
La credenza cristiana nella risurrezione di Gesù si è basata sul fatto della “tomba vuota”. Era in verità un fatto che la tomba era vuota, ma questa non è la verità della risurrezione. La tomba era veramente vuota quando arrivarono i primi credenti, e questo fatto, insieme a quello dell’indubbia risurrezione del Maestro, portò alla formulazione di una credenza che non era vera: l’insegnamento che il corpo fisico, il corpo materiale di Gesù sia risuscitato dalla tomba.
Se Gesù avesse voluto risuscitare nel suo corpo mortale come aveva fatto con Lazzaro, lo avrebbe certamente potuto fare; ma preferì seguire fino in fondo il volere del Padre, ovvero morire come ogni mortale.
Il solo ‘onore’ che ricevette fu la speciale ed unica dissoluzione istantanea del suo corpo, un ritorno della “polvere alla polvere”, senza l’intervento delle dilazioni del tempo e senza la messa in atto dei processi ordinari di decomposizione materiale.
Le spoglie mortali di Gesù hanno subito lo stesso processo naturale di disintegrazione elementale che caratterizza tutti i corpi umani sulla terra, salvo che, per quanto riguarda il tempo, questo metodo naturale di dissoluzione fu grandemente accelerato, affrettato al punto da divenire istantaneo.
Il vero miracolo della risurrezione di Gesù fu che ricomparve sulla Terra, ancor prima di andare dal Padre, in forma visibile semi-spirituale e divenne parte dell’esperienza personale di quasi mille esseri umani prima di lasciare definitivamente il mondo terreno.
Mentre ci avviciniamo al momento della risurrezione di Gesù in questa domenica mattina presto, bisognerebbe ricordare che dieci apostoli stavano soggiornando a casa di Elia e Maria Marco, dove dormivano nella sala al piano superiore, riposando sugli stessi divani in cui erano reclinati durante l’ultima cena con il loro Maestro. Questa domenica mattina essi erano tutti riuniti là, eccetto Tommaso. Tommaso era rimasto con loro pochi minuti nella tarda serata di sabato quando si erano appena riuniti, ma la vista degli apostoli, unita al pensiero di ciò che era accaduto a Gesù, fu troppo per lui. Egli gettò uno sguardo sui suoi compagni e lasciò immediatamente la stanza, recandosi a casa di Simone a Betfage, dove pensava di meditare sul suo dolore in solitudine. Gli apostoli soffrivano tutti, non tanto per il dubbio e la disperazione quanto per la paura, il dispiacere e la vergogna.
A casa di Nicodemo si erano riuniti, con Davide Zebedeo e Giuseppe d’Arimatea, da dodici a quindici dei più importanti discepoli di Gesù di Gerusalemme. A casa di Giuseppe d’Arimatea si trovavano da quindici a venti delle principali donne credenti. Solo queste donne avevano dimorato nella casa di Giuseppe e vi erano rimaste nascoste durante le ore diurne e serali del sabato, cosicché ignoravano che un picchetto di soldati vigilasse sulla tomba; né sapevano che una seconda pietra fosse stata rotolata davanti alla tomba e che su entrambe queste pietre fosse stato apposto il sigillo di Pilato.
Poco prima delle tre di questa domenica mattina, quando i primi segni dell’alba apparvero ad oriente, cinque delle donne partirono per la tomba di Gesù. Esse avevano preparato in abbondanza degli unguenti speciali per l’imbalsamazione, e portarono con loro molte bende di lino. Era loro intenzione imbalsamare meglio il corpo di Gesù ed avvolgerlo con maggior cura con le nuove bende.
Le donne che partirono in questa missione per ungere il corpo di Gesù erano: Maria Maddalena, Maria madre dei gemelli Alfeo, Salomè madre dei fratelli Zebedeo, Giovanna moglie di Cuza e Susanna figlia di Ezra di Alessandria.
Erano circa le tre e mezzo quando le cinque donne, cariche dei loro unguenti, arrivarono davanti alla tomba vuota. Al momento in cui uscirono per la porta di Damasco, esse incrociarono un gruppo di soldati che fuggivano in città più o meno presi dal panico, e ciò le spinse a fermarsi per alcuni minuti; ma vedendo che non succedeva più nulla, ripresero il loro cammino.
Esse furono grandemente sorprese di vedere la pietra rotolata via dall’entrata della tomba, tanto più che si erano chieste tra di loro lungo la strada: “Chi ci aiuterà a rotolare via la pietra?” Esse deposero i loro fardelli e cominciarono a guardarsi l’un l’altra con timore e grande stupore. Mentre stavano là, tremanti di paura, Maria Maddalena si avventurò attorno alla pietra più piccola e osò entrare nel sepolcro aperto.
Questa tomba di Giuseppe era situata nel suo giardino, sul pendio del lato orientale della strada, ed essa pure era rivolta ad est. A quest’ora l’alba del nuovo giorno dava giusto luce sufficiente per permettere a Maria di vedere il luogo in cui era stato posto il corpo del Maestro e per discernere che non c’era più. Nell’incavo di pietra dove era stato posto Gesù, Maria vide soltanto il panno piegato sul quale aveva riposato la sua testa e le bende con le quali era stato avvolto che giacevano intatte e stese come si trovavano sulla pietra prima che le schiere celesti rimuovessero il corpo. Il lenzuolo che lo copriva giaceva ai piedi della nicchia funebre.
Dopo che Maria si fu fermata per qualche istante all’entrata della tomba (essa non vedeva distintamente appena entrata nella tomba), vide che il corpo di Gesù era scomparso e che al suo posto erano rimasti solo questi indumenti funebri, e mandò un grido d’allarme e d’angoscia. Tutte le donne erano estremamente nervose; esse avevano i nervi tesi da quando avevano incontrato i soldati in panico alla porta della città, e quando Maria mandò questo grido d’angoscia, esse furono colte da terrore e fuggirono precipitosamente. E non si fermarono prima d’aver percorso tutta la strada fino alla porta di Damasco. In questo momento Giovanna si ricordò che avevano abbandonato Maria; essa radunò le sue compagne e ripartirono per la tomba.
Mentre si avvicinavano al sepolcro, l’impaurita Maria Maddalena, che fu ancor più presa da terrore quando non trovò le sue sorelle ad aspettarla all’uscita dalla tomba, si precipitò ora verso di loro, esclamando tutta eccitata: “Egli non è là - l’hanno portato via!” E poi le condusse alla tomba, ed esse entrarono tutte e videro che era vuota.
Tutte le cinque donne si sedettero allora sulla pietra vicino all’entrata e discussero della situazione. Non era ancora venuto loro in mente che Gesù fosse risuscitato. Esse erano rimaste da sole tutto il sabato, e pensarono che il corpo fosse stato portato a riposare in un altro luogo. Ma quando rifletterono su tale soluzione del loro dilemma, non riuscirono a spiegarsi la disposizione ordinata degli indumenti funebri; come avrebbe potuto essere stato portato via il corpo se le bende stesse in cui era avvolto erano state lasciate sul posto ed apparentemente intatte sulla nicchia funebre?
Mentre queste donne erano sedute là alle prime luci dell’alba di questo nuovo giorno, guardarono di lato e videro uno straniero silenzioso ed immobile. Per un momento esse ebbero di nuovo paura, ma Maria Maddalena, precipitandosi verso di lui e rivolgendosi a lui ritenendo che fosse il custode del giardino, disse: “Dove avete portato il Maestro? Dove l’hanno deposto? Diccelo affinché possiamo andare a prenderlo.” Quando lo straniero non rispose a Maria, essa si mise a piangere. Allora Gesù parlò loro dicendo: “Chi cercate?” Maria disse: “Cerchiamo Gesù che era stato messo a riposare nella tomba di Giuseppe, ma non c’è più. Tu sai dove l’hanno portato?” Allora Gesù disse: “Questo Gesù non vi ha detto, anche in Galilea, che sarebbe morto, ma che sarebbe risuscitato?” Queste parole stupirono le donne, ma il Maestro era talmente cambiato che esse non lo riconobbero con la schiena rivolta alla debole luce. E mentre meditavano le sue parole, egli si rivolse a Maddalena con voce familiare dicendo: “Maria.” E quando essa udì questa parola di simpatia ben conosciuta e di saluto affettuoso, riconobbe che era la voce del Maestro e si precipitò ad inginocchiarsi ai suoi piedi esclamando: “Mio Signore e mio Maestro!” E tutte le altre donne riconobbero che era il Maestro che stava davanti a loro in forma glorificata, e s’inginocchiarono subito davanti a lui.
Questi occhi umani furono in grado di vedere la forma semi-spirituale di Gesù. Mentre Maria cercava di abbracciare i suoi piedi, Gesù disse: “Non toccarmi Maria, perché non sono quale mi hai conosciuto nella carne. In questa forma io rimarrò con voi per qualche tempo prima di ascendere al Padre. Ma andate tutte ora a raccontare ai miei apostoli e a Pietro che sono risuscitato e che avete parlato con me.”
Dopo che queste donne si furono riprese dallo shock del loro stupore, tornarono in fretta in città a casa di Elia Marco, dove raccontarono ai dieci apostoli tutto ciò che era accaduto loro; ma gli apostoli non erano propensi a crederle. Essi pensarono prima che le donne avessero avuto una visione, ma quando Maria Maddalena ripeté le parole che Gesù aveva detto loro, e quando Pietro sentì il suo nome, uscì precipitosamente dalla stanza al piano superiore, seguito da vicino da Giovanni, per andare in gran fretta alla tomba a vedere queste cose lui stesso.
Le donne ripeterono la storia del loro colloquio con Gesù agli altri apostoli, ma essi non vollero crederci; né vollero andare a rendersi conto da se stessi come fecero Pietro e Giovanni.
Mentre i due apostoli correvano verso il Golgota e la tomba di Giuseppe, i pensieri di Pietro si alternavano tra il timore e la speranza; egli temeva d’incontrare il Maestro, ma la sua speranza era risvegliata dalla storia che Gesù aveva inviato un messaggio speciale a lui. Egli era a metà persuaso che Gesù fosse realmente vivo; si ricordò della promessa di risuscitare il terzo giorno. Strano a dirsi, egli non aveva più pensato a questa promessa dalla crocifissione fino a questo momento in cui correva verso nord attraverso Gerusalemme. Mentre Giovanni si precipitava fuori della città, una strana estasi di gioia e di speranza cresceva nella sua anima. Egli era a metà convinto che le donne avessero realmente visto il Maestro risorto.
Giovanni, essendo più giovane di Pietro, corse più in fretta di lui e arrivò per primo alla tomba. Giovanni si fermò sulla porta, osservando la tomba, ed era proprio come Maria l’aveva descritta. Subito dopo arrivò di corsa Simon Pietro, ed entrato vide la stessa tomba vuota con gli indumenti funebri disposti in modo così particolare. E quando Pietro fu uscito, entrò anche Giovanni a vedere tutto ciò con i suoi occhi, e poi essi si sedettero sulla pietra per riflettere sul significato di ciò che avevano visto e udito. E mentre erano seduti là, essi meditarono a lungo su tutto quello che era stato detto loro di Gesù, ma non riuscirono a percepire chiaramente ciò che era accaduto.
Pietro suggerì prima che la tomba fosse stata violata, che dei nemici avessero rubato il corpo e forse corrotto le guardie. Ma Giovanni ragionò che la tomba difficilmente sarebbe stata lasciata così in ordine se il corpo fosse stato rubato, e sollevò anche la questione di come le bende potessero essere state lasciate sul posto, e così evidentemente intatte. Essi tornarono entrambi nella tomba per esaminare più da vicino i sudari. Quando uscirono dalla tomba la seconda volta, essi trovarono Maria Maddalena che era tornata e piangeva davanti all’entrata. Maria era andata dagli apostoli con la convinzione che Gesù fosse risorto dalla tomba, ma quando essi rifiutarono tutti di credere al suo racconto, divenne scoraggiata e disperata. Essa desiderò ardentemente di tornare alla tomba, dove pensava di aver udito la voce familiare di Gesù.
Mentre Maria si attardava dopo che Pietro e Giovanni se n’erano andati, il Maestro le apparve di nuovo dicendo: “Non dubitare; abbi il coraggio di credere a ciò che hai visto e udito. Ritorna dai miei apostoli e dì loro nuovamente che sono risorto, che apparirò loro e che presto li precederò in Galilea come ho promesso.”
Maria tornò in fretta alla casa di Marco e raccontò agli apostoli che aveva parlato di nuovo con Gesù, ma essi rifiutarono di crederle. Ma quando tornarono Pietro e Giovanni, essi cessarono di canzonarla e furono presi da timore ed apprensione.
IL GESÙ risorto si prepara ora a trascorrere un breve periodo sulla Terra allo scopo di fare l’esperienza dell’incarico semi-spirituale ascendente di un mortale dei regni. Benché questo periodo di vita sia trascorso sul mondo della sua incarnazione mortale, sarà tuttavia, sotto tutti gli aspetti, la contropartita dell’esperienza degli stessi mortali che passano per la vita semi-spirituale progressiva verso le profonde dimore del cielo.
Tutto questo potere che è innato in Gesù, la dotazione della vita, e che gli ha permesso di risuscitare dalla morte, è il dono stesso della vita eterna che egli effonde sui credenti al regno e che anche ora rende certa la loro risurrezione dai vincoli della morte naturale.
I mortali dell’Universo si leveranno nel giorno della risurrezione con lo stesso tipo di corpo semi-spirituale o di transizione che aveva Gesù quando uscì dalla tomba questa domenica mattina. Questi corpi non hanno circolazione sanguigna e tali esseri non mangiano cibo materiale ordinario; tuttavia, queste forme sono reali. Quando i vari credenti videro Gesù dopo la sua risurrezione, lo videro realmente; non erano vittime auto-illuse di visioni o di allucinazioni.
Una fede incrollabile nella risurrezione di Gesù fu la caratteristica cardinale della fede di tutti i rami dell’insegnamento iniziale del Vangelo. A Gerusalemme, Alessandria, Antiochia e Filadelfia, tutti gli insegnanti del Vangelo si unirono in questa fede implicita nella risurrezione del Maestro.
Esaminando il ruolo preminente che svolse Maria Maddalena nella proclamazione della risurrezione del Maestro, bisognerebbe ricordare che Maria era la principale portavoce del corpo femminile, come Pietro lo era per gli apostoli. Maria non era a capo di queste donne che lavoravano per il regno, ma era la loro principale insegnante e portavoce pubblica. Maria era divenuta una donna di grande circospezione, cosicché la sua audacia nel rivolgersi ad un uomo che riteneva il sorvegliante del giardino di Giuseppe indica soltanto quanto fosse atterrita di trovare la tomba vuota. Furono la profondità e l’angoscia del suo amore, la pienezza della sua devozione, che le fecero dimenticare per un istante la convenzionale riservatezza dell’approccio di una donna ebrea ad uno straniero.
Gli apostoli non volevano che Gesù li lasciasse; per questo essi avevano minimizzato tutte le sue dichiarazioni sulla sua morte, così come le sue promesse di risuscitare. Essi non si aspettavano la risurrezione nella maniera in cui avvenne, e rifiutarono di credervi fino a che non furono posti di fronte alla costrizione di una testimonianza irrefutabile e della prova assoluta delle loro stesse esperienze.
Quando gli apostoli rifiutarono di credere al resoconto delle cinque donne che sostenevano di aver visto Gesù e di aver parlato con lui, Maria Maddalena ritornò alla tomba e le altre ritornarono a casa di Giuseppe, dove raccontarono le loro esperienze a sua figlia e alle altre donne. E le donne credettero al loro resoconto. Poco dopo le sei la figlia di Giuseppe d’Arimatea e le quattro donne che avevano visto Gesù andarono a casa di Nicodemo, dove raccontarono tutti questi avvenimenti a Giuseppe, a Nicodemo, a Davide Zebedeo e agli altri uomini ivi riuniti. Nicodemo e gli altri dubitarono della loro storia, dubitarono che Gesù fosse risuscitato dalla morte; essi congetturarono che gli Ebrei avessero portato via il corpo. Giuseppe e Davide erano disposti a credere al resoconto, cosicché corsero ad ispezionare la tomba e trovarono ogni cosa proprio come le donne avevano descritto. Ed essi furono gli ultimi a vedere così il sepolcro, perché il sommo sacerdote mandò il capitano delle guardie del tempio alla tomba alle sette e mezzo per portare via le bende funebri. Il capitano le avvolse tutte nel lenzuolo di lino e le gettò in un dirupo vicino.
Dalla tomba Davide e Giuseppe andarono immediatamente a casa di Elia Marco, dove tennero una riunione con i dieci apostoli nella sala al piano superiore. Solo Giovanni Zebedeo fu disposto a credere, seppure debolmente, che Gesù fosse risuscitato dalla morte. Pietro aveva inizialmente creduto, ma quando non trovò il Maestro cadde in seri dubbi. Essi erano tutti inclini a credere che gli Ebrei avessero portato via il corpo. Davide non volle discutere con loro, ma andandosene disse: “Voi siete gli apostoli e dovreste comprendere queste cose. Io non discuterò con voi; in ogni modo, io torno ora a casa di Nicodemo, dove sono d’accordo con i messaggeri di trovarci questa mattina, e quando saranno tutti riuniti, li manderò a compiere la loro ultima missione quali annunciatori della risurrezione del Maestro. Ho sentito il Maestro dire che dopo la sua morte sarebbe risuscitato il terzo giorno, ed io gli credo.” E dopo aver parlato così ai tristi e sconsolati ambasciatori del regno, questo autonominatosi capo delle comunicazioni e delle informazioni si congedò dagli apostoli. Uscendo dalla stanza al piano superiore egli lasciò cadere la borsa di Giuda, contenente tutti i fondi apostolici, in grembo a Matteo Levi.
Erano circa le nove e mezzo quando l’ultimo dei ventisei messaggeri di Davide arrivò a casa di Nicodemo. Davide li riunì subito nello spazioso cortile e disse loro:
“Uomini e fratelli, per tutto questo tempo voi mi avete servito in conformità al vostro giuramento verso di me e tra di voi, e vi chiamo a testimoni che non vi ho mai dato finora false informazioni. Sto per inviarvi nella vostra ultima missione come messaggeri volontari del regno, e facendo ciò vi libero dal vostro giuramento e sciolgo il corpo dei messaggeri. Uomini, io vi dichiaro che abbiamo terminato il nostro lavoro. Il Maestro non ha più bisogno di messaggeri mortali; egli è risuscitato dalla morte. Prima del suo arresto egli ci ha detto che sarebbe morto e che sarebbe risuscitato il terzo giorno. Io ho visto la tomba - è vuota. Ho parlato con Maria Maddalena ed altre quattro donne che hanno parlato con Gesù. Io ora vi congedo, vi dico addio e vi mando alle vostre rispettive destinazioni, e il messaggio che porterete ai credenti è: ‘Gesù è risuscitato dalla morte; la tomba è vuota.’ ”
La maggior parte di coloro che erano presenti tentarono di persuadere Davide a non fare questo. Ma non riuscirono ad influenzarlo. Essi cercarono allora di dissuadere i messaggeri, ma costoro non diedero ascolto alle loro parole di dubbio. E così, poco prima delle dieci di questa domenica mattina, questi ventisei corrieri partirono come primi annunciatori del potente fatto di verità che Gesù era risorto. Ed essi partirono per questa missione, come avevano fatto per tante altre, in osservanza al giuramento fatto a Davide Zebedeo e tra di loro. Questi uomini avevano grande fiducia in Davide. Essi partirono per questo incarico senza neppure fermarsi a parlare con coloro che avevano visto Gesù; essi credevano a Davide sulla parola. La maggior parte di loro credeva a ciò che Davide aveva detto loro, ed anche quelli che ne dubitavano un po’ portarono il messaggio altrettanto fedelmente ed altrettanto presto.
Gli apostoli, il corpo spirituale del regno, in questo giorno sono riuniti nella sala al piano superiore, dove manifestano paura ed esprimono dubbi, mentre questi laici, che rappresentano il primo tentativo di socializzazione del Vangelo del Maestro sulla fratellanza degli uomini, sotto gli ordini del loro intrepido ed efficiente capo vanno a proclamare il Salvatore risorto di un mondo e di un Universo. Ed essi s’impegnano in questo importante servizio prima che i suoi rappresentanti scelti siano disposti a credere alla sua parola o ad accettare la prova delle testimonianze oculari.
Questi ventisei furono inviati a casa di Lazzaro a Betania e a tutti i centri di credenti, da Bersabea nel sud fino a Damasco e a Sidone nel nord, e da Filadelfia ad est fino ad Alessandria ad ovest.
Dopo aver lasciato i suoi fratelli, Davide andò a casa di Giuseppe a cercare sua madre, e poi partirono per Betania per raggiungere la famiglia di Gesù che li aspettava. Davide dimorò a Betania con Marta e Maria fino a quando esse ebbero liquidato i loro beni terreni, poi le accompagnò nel loro viaggio per unirsi al loro fratello Lazzaro a Filadelfia.
Circa una settimana dopo Giovanni Zebedeo condusse Maria madre di Gesù a casa sua a Betsaida. Giacomo, il fratello maggiore di Gesù, rimase con la sua famiglia a Gerusalemme. Rut restò a Betania con le sorelle di Lazzaro. Il resto della famiglia di Gesù ritornò in Galilea. Davide Zebedeo partì da Betania con Marta e Maria per Filadelfia ai primi di giugno, il giorno dopo il suo matrimonio con Rut, la sorella più giovane di Gesù.
Dal momento della risurrezione di transizione semi-spirituale fino alla sua ascensione in pieno spirito in cielo, Gesù fece diciannove apparizioni separate in forma visibile ai suoi credenti sulla terra. Egli non apparve ai suoi nemici né a coloro che non potevano fare un uso spirituale della sua manifestazione in forma visibile. La sua prima apparizione fu alle cinque donne presso la tomba; la seconda a Maria Maddalena, pure presso la tomba.
La terza apparizione avvenne circa a mezzogiorno di questa domenica a Betania. Poco dopo mezzogiorno Giacomo, il fratello maggiore di Gesù, si trovava nel giardino di Lazzaro davanti alla tomba vuota del fratello risuscitato di Marta e Maria, meditando sulle notizie portate loro circa un’ora prima dal messaggero di Davide. Giacomo era sempre stato incline a credere nella missione di suo fratello maggiore sulla terra, ma aveva da lungo tempo perso contatto con l’opera di Gesù ed era caduto in seri dubbi riguardo alle affermazioni successive degli apostoli che Gesù era il Messia. Tutta la famiglia fu stupefatta e quasi confusa dalle notizie portate dal messaggero. Proprio mentre Giacomo stava davanti alla tomba vuota di Lazzaro, arrivò sul posto Maria Maddalena e raccontò tutta eccitata alla famiglia le sue esperienze delle prime ore del mattino alla tomba di Giuseppe. Prima che essa avesse finito, arrivarono Davide Zebedeo e sua madre. Rut, naturalmente, credette al racconto, e così fece Giuda dopo che ebbe parlato con Davide e Salomè.
Nel frattempo, mentre essi cercavano Giacomo e prima che lo trovassero, mentre egli stava là in giardino vicino alla tomba ebbe coscienza di una presenza vicina, come se qualcuno l’avesse toccato sulla spalla; e quando si girò per guardare vide la graduale apparizione di una forma strana accanto a lui. Egli era troppo stupefatto per parlare e troppo spaventato per fuggire. Ed allora la strana forma parlò e disse: “Giacomo, vengo a chiamarti al servizio del regno. Unisciti con impegno ai tuoi fratelli e seguimi.” Quando Giacomo udì pronunciare il suo nome, seppe che era suo fratello maggiore, Gesù, che si era rivolto a lui. Ebbero tutti più o meno difficoltà a riconoscere la forma semi-spirituale del Maestro, ma pochi di loro ebbero qualche problema a riconoscere la sua voce o ad identificare altrimenti la sua personalità affascinante una volta che egli cominciava a comunicare con loro.
Quando percepì che Gesù si rivolgeva a lui, Giacomo stava per cadere alle sue ginocchia esclamando: “Padre mio e fratello mio”, ma Gesù lo pregò di rimanere in piedi mentre parlava con lui. Ed essi camminarono nel giardino e parlarono per circa tre minuti; parlarono delle esperienze dei giorni precedenti e degli eventi previsti per il prossimo futuro. Mentre si avvicinavano alla casa, Gesù disse: “Addio, Giacomo, fino a quando vi saluterò tutti insieme.”
Giacomo si precipitò in casa, proprio mentre essi lo cercavano a Betfage, esclamando: “Ho appena visto Gesù ed ho parlato con lui; siamo stati insieme. Egli non è morto; è risorto! È svanito davanti a me dicendo: ‘Addio fino a quando vi saluterò tutti insieme.’ ” Egli aveva appena finito di parlare quando ritornò Giuda, ed egli raccontò di nuovo per Giuda l’esperienza del suo incontro con Gesù nel giardino. Ed allora tutti loro cominciarono a credere nella risurrezione di Gesù. Giacomo annunciò ora che non sarebbe tornato in Galilea, e Davide esclamò: “Egli non è stato visto solo da donne eccitate; anche degli uomini hanno cominciato a vederlo. Mi aspetto di vederlo anch’io.”
E Davide non aspettò a lungo, perché la quarta apparizione di Gesù al riconoscimento dei mortali avvenne poco prima delle due in questa stessa casa di Marta e di Maria, quando egli apparve visibilmente alla sua famiglia terrena e ai loro amici, venti persone in tutto. Il Maestro apparve sulla porta posteriore aperta, dicendo: “La pace sia su di voi. Saluti a coloro che furono un tempo vicini a me nella carne e cordialità per i miei fratelli e sorelle nel regno dei cieli. Come avete potuto dubitare? Perché avete atteso così a lungo prima di scegliere di seguire la luce della verità con tutto il cuore? Entrate dunque tutti nella comunità dello Spirito della Verità nel regno del Padre.” Mentre essi cominciavano a riprendersi dallo shock iniziale del loro stupore e ad avvicinarsi a lui come per abbracciarlo, egli scomparve dalla loro vista.
Essi volevano tutti precipitarsi in città per raccontare agli apostoli dubbiosi ciò che era successo, ma Giacomo li trattenne. Solo a Maria Maddalena fu permesso di ritornare alla casa di Giuseppe. Giacomo proibì loro di divulgare il fatto di questa visita a causa di certe cose che Gesù gli aveva detto nel corso della loro conversazione in giardino. Ma Giacomo non rivelò mai di più sul suo incontro con il Maestro risorto in questo giorno a casa di Lazzaro a Betania.
La quinta manifestazione in forma semi-spirituale di Gesù visibile al riconoscimento di occhi mortali avvenne alla presenza di circa venticinque donne credenti riunite a casa di Giuseppe d’Arimatea, verso le quattro e un quarto di questa stessa domenica pomeriggio. Maria Maddalena era tornata a casa di Giuseppe giusto pochi minuti prima di questa apparizione. Giacomo, il fratello di Gesù, aveva chiesto che non si dicesse nulla agli apostoli sull’apparizione del Maestro a Betania. Egli non aveva chiesto a Maria di non riferire l’avvenimento alle sue sorelle credenti. Di conseguenza, dopo che Maria ebbe fatto giurare a tutte le donne di mantenere il segreto, procedette a raccontare ciò che era accaduto così recentemente mentre era con la famiglia di Gesù a Betania.
Ed essa era nel bel mezzo di questo appassionante racconto quando un silenzio improvviso e solenne cadde su di loro; esse scorsero in mezzo a loro stesse la forma pienamente visibile del Gesù risorto. Egli le salutò dicendo: “La pace sia su di voi. Nella comunità del regno non vi sarà né Ebreo né Gentile, né ricco né povero, né libero né schiavo, né uomo né donna. Anche voi siete chiamate a diffondere la buona novella della liberazione dell’umanità mediante il Vangelo della filiazione con Dio nel regno dei cieli. Andate in tutto il mondo a proclamare questo Vangelo e a confermare i credenti nella fede in esso. E mentre fate questo, non dimenticate di curare gli ammalati e di fortificare coloro che sono pusillanimi e tormentati dalla paura. Ed io sarò sempre con voi, sino ai confini stessi della terra.” E dopo che ebbe parlato così, egli scomparve dalla loro vista, mentre le donne cadevano faccia a terra e adoravano in silenzio.
Delle cinque apparizioni semi-spirituali di Gesù avvenute fino a questo momento, Maria Maddalena ne aveva assistito a quattro.
A seguito dell’invio dei messaggeri a metà mattinata e a causa dell’involontaria fuga di notizie concernenti questa apparizione di Gesù nella casa di Giuseppe, giunse voce ai dirigenti ebrei all’inizio della sera che si stava raccontando in città che Gesù era risorto e che numerose persone affermavano di averlo visto. I Sacerdoti del Sinedrio furono profondamente turbati da queste voci. Dopo una rapida consultazione con Anna, Caifa convocò una riunione del Sinedrio per le otto di quella sera. Fu in questa riunione che si decise di cacciare dalle sinagoghe qualsiasi persona che avesse fatto menzione della risurrezione di Gesù. Fu anche proposto che chiunque avesse affermato di averlo visto fosse messo a morte; questa proposta, tuttavia, non fu messa ai voti perché la riunione finì in una confusione che rasentava un reale panico. Essi avevano osato pensare di essersi liberati di Gesù. Stavano per scoprire che le loro vere difficoltà con l’uomo di Nazaret erano appena cominciate.
Verso le quattro e mezzo, a casa di un certo Flavio, il Maestro fece la sua sesta apparizione semi-spirituale ad una quarantina di credenti greci riuniti là. Mentre essi erano impegnati a discutere i resoconti sulla risurrezione del Maestro, egli si manifestò in mezzo a loro, nonostante che le porte fossero solidamente chiuse, e parlando loro disse: “La pace sia su di voi. Anche se il Figlio dell’Uomo è apparso sulla terra tra gli Ebrei, egli è venuto a portare il suo ministero a tutti gli uomini. Nel regno di mio Padre non vi saranno né Ebrei né Gentili; voi sarete tutti fratelli - i figli di Dio. Andate, dunque, in tutto il mondo a proclamare questo Vangelo di salvezza quale l’avete ricevuto dagli ambasciatori del regno, ed io vi accoglierò nella fraternità dei figli della fede e della verità del Padre.” E dopo aver dato loro questo incarico, egli si congedò, ed essi non lo videro più. Essi rimasero nella casa tutta la sera; erano troppo presi da sgomento e da paura per avventurarsi fuori. Né alcuno di questi Greci dormì quella notte; essi rimasero svegli a discutere queste cose, sperando che il Maestro facesse loro una nuova visita. In mezzo a questo gruppo c’erano molti dei Greci che erano a Getsemani quando i soldati arrestarono Gesù e Giuda lo tradì con un bacio.
Le voci della risurrezione di Gesù e i resoconti concernenti le numerose apparizioni ai suoi discepoli si stanno diffondendo rapidamente, e tutta la città è portata ad un alto grado di eccitazione. Il Maestro è già apparso alla sua famiglia, alle donne e ai Greci, e tra poco si manifesterà in mezzo agli apostoli. Il Sinedrio è prossimo a cominciare ad esaminare questi nuovi problemi che si sono imposti così improvvisamente ai dirigenti Ebrei. Gesù pensa molto ai suoi apostoli, ma desidera che siano lasciati soli ancora per qualche ora di solenne riflessione e di meditata considerazione prima di far loro visita.
Ad Emmaus, situato a circa dieci chilometri ad ovest di Gerusalemme, vivevano due fratelli pastori che avevano trascorso la settimana di Pasqua a Gerusalemme assistendo ai sacrifici, alle cerimonie e alle feste. Cleopa, il maggiore, era parzialmente credente in Gesù; per questo almeno egli era stato cacciato dalla sinagoga. Suo fratello Giacobbe non era un credente, benché fosse molto incuriosito da ciò che aveva udito sugli insegnamenti e sulle opere del Maestro.
In questa domenica pomeriggio, a circa cinque chilometri da Gerusalemme e pochi minuti prima delle cinque, mentre questi due fratelli camminavano faticosamente lungo la strada per Emmaus, parlavano molto seriamente di Gesù, dei suoi insegnamenti, delle sue opere, e più particolarmente delle voci che la sua tomba era vuota e che alcune donne avevano parlato con lui. Cleopa era a metà incline a credere a queste voci, ma Giacobbe insisteva che l’intera faccenda era probabilmente un imbroglio. Mentre essi ragionavano e discutevano in questo modo durante il viaggio di ritorno verso casa, la manifestazione semi-spirituale di Gesù, la sua settima apparizione, venne accanto a loro mentre camminavano. Cleopa aveva spesso ascoltato Gesù insegnare ed aveva mangiato con lui a casa di credenti di Gerusalemme in parecchie occasioni. Ma egli non riconobbe il Maestro nemmeno quando parlò liberamente con loro.
Dopo aver percorso un breve tratto con loro, Gesù disse: “Quali erano le parole che vi scambiavate così calorosamente quando mi sono avvicinato a voi?” E dopo che Gesù ebbe parlato, essi si fermarono e lo guardarono con triste sorpresa. Cleopa disse: “È possibile che tu soggiorni a Gerusalemme e non conosca gli avvenimenti che sono recentemente accaduti?” Allora il Maestro chiese: “Quali avvenimenti?” Cleopa replicò: “Se non conosci queste cose, sei il solo a Gerusalemme a non aver sentito queste voci concernenti Gesù di Nazaret, che era un profeta potente in parole ed in opere davanti a Dio e a tutto il popolo. I capi dei sacerdoti e i nostri dirigenti l’hanno consegnato ai Romani esigendo che lo crocifiggessero. Ora molti di noi avevano sperato che fosse colui che avrebbe liberato Israele dal giogo dei Gentili. Ma questo non è tutto. È ora il terzo giorno da quando egli è stato crocifisso, ed alcune donne ci hanno oggi stupito dichiarando che questa mattina molto presto sono andate alla sua tomba e l’hanno trovata vuota. E queste stesse donne insistono di aver parlato con quest’uomo; esse sostengono che è risuscitato dalla morte. E quando le donne hanno riferito ciò agli uomini, due dei suoi apostoli sono corsi alla tomba e l’hanno anch’essi trovata vuota” - e qui Giacobbe interruppe suo fratello per dire “ma essi non hanno visto Gesù”.
Mentre proseguivano il loro cammino, Gesù disse loro: “Quanto siete lenti a comprendere la verità! Se mi dite che è sugli insegnamenti e sulle opere di quest’uomo che discutete, allora posso illuminarvi, perché ho più che familiarità con questi insegnamenti. Non vi ricordate che questo Gesù ha sempre insegnato che il suo regno non era di questo mondo, e che tutti gli uomini, essendo figli di Dio, dovrebbero trovare libertà e liberazione nella gioia spirituale della comunità della fratellanza del servizio amorevole in questo nuovo regno della verità dell’amore del Padre Celeste? Non vi ricordate come questo Figlio dell’Uomo proclamò la salvezza di Dio per tutti gli uomini, curando gli ammalati e gli afflitti e rendendo liberi coloro che erano impediti dalla paura e schiavi del male? Non sapete che quest’uomo di Nazaret disse ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme, essere consegnato ai suoi nemici, che lo avrebbero messo a morte, e che sarebbe risuscitato il terzo giorno? Non vi è stato detto tutto questo? E non avete mai letto nelle Scritture circa questo giorno di salvezza per gli Ebrei e i Gentili, dove è detto che in lui saranno benedette tutte le famiglie della terra; che egli ascolterà il grido dei bisognosi e salverà le anime dei poveri che lo cercano; che tutte le nazioni lo chiameranno benedetto? Che un tale Liberatore sarà come l’ombra di una grande roccia in un paese desertico. Che egli nutrirà il gregge come un vero pastore, raccogliendo gli agnelli nelle sue braccia e portandoli teneramente nel suo seno. Che aprirà gli occhi degli spiritualmente ciechi e che porterà i prigionieri della disperazione alla piena libertà e alla luce; che tutti coloro che sono nelle tenebre vedranno la grande luce della salvezza eterna. Che egli curerà i cuori spezzati, proclamerà la libertà ai prigionieri del peccato e aprirà la prigione a coloro che sono schiavi della paura e vincolati dal male. Che consolerà coloro che sono addolorati ed effonderà su di loro la gioia della salvezza al posto del dispiacere e dell’oppressione. Che sarà il desiderio di tutte le nazioni e la gioia perpetua di coloro che cercano la rettitudine. Che questo Figlio di verità e di rettitudine si ergerà sul mondo con una luce risanatrice ed un potere salvifico; ed anche che salverà il suo popolo dai suoi peccati; che cercherà realmente e salverà coloro che sono perduti. Che non distruggerà i deboli, ma porterà la salvezza a tutti coloro che hanno fame e sete di rettitudine. Che coloro che credono in lui avranno la vita eterna. Che egli spargerà il suo spirito su tutta la carne, e che questo Spirito della Verità sarà in ogni credente una sorgente d’acqua che zampillerà fino alla vita eterna. Non avete capito quanto grande era il Vangelo del Regno che quest’uomo vi ha dato? Non percepite quale grande salvezza è venuta su di voi?”
In questo momento essi erano giunti vicino al villaggio in cui abitavano i due fratelli. Questi due uomini non avevano detto una parola da quando Gesù aveva cominciato ad insegnare loro mentre camminavano lungo la strada. Essi arrivarono presto davanti alla loro umile dimora, e Gesù stava per congedarsi da loro, proseguendo per la strada, ma essi lo costrinsero ad entrare e a restare con loro. Essi insisterono che era ormai l’imbrunire e che egli si fermasse con loro. Alla fine Gesù acconsentì, e poco dopo essere entrati in casa, si sedettero per mangiare. Essi gli diedero il pane da benedire, e mentre egli cominciava a romperlo e a porgerlo loro, i loro occhi si aprirono e Cleopa riconobbe che il loro ospite era il Maestro stesso. E quando egli disse: “È il Maestro”, il Gesù semi-spirituale scomparve dalla loro vista.
Ed allora si dissero l’un l’altro: “Non c’è da stupirsi che i nostri cuori ardessero in noi quando egli ci parlava mentre camminavamo lungo la strada! E mentre apriva alla nostra comprensione gli insegnamenti delle Scritture!”
Essi non si fermarono a mangiare. Avevano visto il Maestro semi-spirituale, e uscirono precipitosamente dalla casa ritornando in fretta a Gerusalemme per diffondere la buona novella del Salvatore risorto.
Verso le nove di quella sera e poco prima che il Maestro apparisse ai dieci, questi due fratelli eccitati irruppero sugli apostoli nella sala al piano superiore dichiarando che avevano visto Gesù e che avevano parlato con lui. E raccontarono tutto ciò che Gesù aveva detto loro e come essi non avevano capito chi fosse fino al momento in cui spezzò il pane.