Cercare Lavoro

Conservare, Cercare, Cambiare, Trovare  Lavoro  v. 5.9

COMPETENZE PER IL WORKLIFE BALANCE


L’emergenza sanitaria, economica e sociale provocata dal Covid 19 ha determinato un ripensamento, non solo tecnico ma anche emotivo e globale, delle persone sulle proprie competenze, in particolare quelle da mettere in gioco per la gestione della prima emergenza-esigenza lavorativa nata in concomitanza con il lockdown: lo smart working. 

Articoli, webinar, post di persone autorevoli e qualificate hanno più volte chiarito negli ultimi mesi la definizione del termine smart working: semplificando, con un focus sulle competenze trasversali, si intende una modalità operativa intelligente, che integra la necessità di mandare avanti il lavoro quotidiano con il vincolo dell’assenza di un ufficio e la forte presenza della vita privata e familiare. Tale modalità ha portato, sotto emergenza, a doversi confrontare improvvisamente, senza pianificazione, con il worklife balance, partendo dalla ricerca e sistemazione di una postazione lavorativa funzionale, per arrivare ad ottenere “in casa” i medesimi risultati (se non migliori rispetto a quelli avuti in precedenza) sia dal punto di vista personale e familiare sia dal punto di vista produttivo.

Tutto ciò ha obbligato gli smart workers a mettere in campo competenze poco utilizzate e valorizzate in precedenza, le così dette soft skills o competenze trasversali, divenute, con la nuova modalità lavorativa in remoto, la chiave di lettura più adeguata per affrontare questa sfida lavorativa e per ottenere risultati produttivi positivi. Più nello specifico, con riferimento ad una recente survey sulle PMI le caratteristiche dell’attuale smart working nell’era del COVID sono state:

  • autonomia degli orari e delle modalità lavorative;
  • responsabilizzazione dello smart worker sui risultati;
  • sperimentazione di modi diversi di collaborare e di fare riunioni;
  • fiducia e gestione manageriale delle risorse umane da parte dei capi e responsabili;
  • conoscenza, accettazione e utilizzo smart degli strumenti informatici e tecnologici;
  • importanza della comunicazione visiva e verbale;
  • sostenibilità e replicabilità dello smart working in periodi normali;
  • sensibilità all’ambiente;
  • opportunità di poter lavorare dai propri luoghi di vita, realizzazione del worklife balance.

Quali competenze hanno dovuto dunque mettere in campo gli smart workers?
  • Ottima comunicazione verbale, linguaggio appropriato, articolazione linguistica.
  • Ottima comunicazione non verbale controllata, senza movimenti davanti alla telecamera e senza ancoraggio.
  • Fiducia lavorativa, intesa come delega consapevole da parte dei manager e responsabilizzazione da parte dei lavoratori.
  • Mindset flessibile, rivolto verso l’esterno, che consente allo smart worker di guardare ed accettare il contesto, adeguare il proprio comportamento organizzativo alle nuove condizioni, mettere in gioco non solo le proprie competenze tecniche ma anche il proprio potenziale.
  • Propensione all’innovazione tecnologica ed accettazione della tecnologia in tutti i suoi aspetti, gestione del cambiamento.
  • Time management e gestione delle priorità.
  • Visione di insieme.
  • Elevata autonomia gestionale.
  • Ottimizzazione delle risorse a disposizione, con l’applicazione del principio di Pareto (80/20 di R. Koch).
  • Alta motivazione al lavoro e al raggiungimento degli obiettivi.
  • Autodeterminazione.
  • Pazienza e creatività (per la gestione delle interferenze personali e familiari).
  • Curiosità verso questa nuova modalità di lavoro e verso i nuovi canali di conoscenza degli interlocutori professionali.
  • Adattabilità.
  • Gestione positiva del fallimento.
  • Ascolto attivo elevato.
  • Fiducia nelle proprie competenze e conoscenze.
  • Propensione a rimettersi in gioco, imparare ad imparare, apprendimento continuo.

Lo smart working non risolverà tutte le problematiche relative alla caccia agli sprechi sul lavoro, all’ottimizzazione delle risorse (tempo, competenze, strumenti…) per il pieno raggiungimento degli obiettivi prefissati, alla promozione della conciliazione tra tempi di vita privata e tempi di vita professionale, alla sostenibilità ambientale, ma di certo rappresenta un grande passo in avanti…ed è forse il maggior risultato tangibile e (sembrerebbe) duraturo della pandemia e del lockdown da Covid 19.